giovedì,Dicembre 12 2024

Ospedale di Cosenza, Orrico (M5S): «L’interruzione di gravidanza non è ancora garantita»

La deputata pentastellata ritorna sul caso che ha tenuto banco per settimane: «Un solo medico "a gettone" non è sufficiente»

Ospedale di Cosenza, Orrico (M5S): «L’interruzione di gravidanza non è ancora garantita»

«All’Ospedale civile dell’Annunziata di Cosenza non è adeguatamente garantito il diritto all’interruzione volontaria di gravidanza poiché con un solo medico “a gettone” incaricato del servizio sanitario in questione questo non è né efficace né continuativo». Lo afferma in una nota la deputata del Movimento 5 stelle Anna Laura Orrico. «La vicenda – dice Orrico – sollevata, ormai da mesi, dalle proteste di cittadini e cittadine e dalle attiviste del Comitato Fem.in, descrive un quadro assai complicato per le donne cosentine della città e di tutta la provincia. Infatti, tutti e 13 i ginecologi assunti stabilmente all’Annunziata sono obiettori di coscienza, quasi come le ostetriche: 24 su 26.

Parliamo – prosegue l’esponente pentastellata – di un diritto e di una scelta che per le donne è sempre difficilissima dettata da ragioni cogenti ed intimissime, e non può essere assicurata, se così si può dire, soltanto da un medico a chiamata. In un nosocomio, fra l’altro, che dovrebbe essere un punto di riferimento per l’intera provincia di Cosenza, geograficamente fra le più vaste del Paese con 155 comuni e con un’utenza di 700mila cittadini.

Per queste ragioni, dopo essere intervenuta anche alla Camera per porre sotto la lente d’ingrandimento la questione, ho deciso di presentare un’interrogazione parlamentare al Ministro della Salute Schillaci per chiedergli di verificare se all’Ospedale di Cosenza venga efficacemente fatta rispettare la legge n. 194 del 1978 e se al contempo venga in questo modo assicurato il diritto alla salute delle donne che intendono ricorrere all’interruzione di gravidanza. Anche da situazioni simili – conclude Anna Laura Orrico – si denota che la Calabria è ultima in Italia per Livelli essenziali di assistenza, ma è ora di dire basta».

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