Oltre Gioacchino da Fiore, alla scoperta dei “Tesori florensi” | FOTO
Si tratta di un patrimonio da riscoprire e valorizzare come possibile fonte di economia
Il presidente del Centro internazionale di studi Gioachimiti, Riccardo Succurro invita a visitare la celebre Abbazia Gioachimita di San Giovanni in Fiore, un autentico monumento di enorme valore storico, artistico, spirituale. Ma subito aggiunge: “Venite a visitare le nostre chiese, che sono autentici scrigni di opere d’arte”.
Nel 2022 per l’abbazia florense si è registrato un boom di visitatori, turisti e studiosi. Mentre il Centro Studi ha organizzato un fiume di iniziative culturali per far conoscere al meglio la storia e il pensiero dell’Abate Gioacchino. Poi la straordinaria udienza da Papa Francesco in Vaticano e le lettere di interessamento e apprezzamento del papa emerito Benedetto XVI.
Ora il presidente Succurro richiama l’attenzione pubblica verso i “Tesori florensi”. Sono veri e propri tesori d’arte, come la Chiesa Madre: ai piedi dell’altare della terza cappella della navata settentrionale è collocata la statua lignea del Cristo deposto, realizzata nel 1922 da Antonio Biafora (della locale famiglia degli Ottavio), uno dei più grandi ebanisti florensi, premiato nel 1928 con un Diploma di Medaglia d’argento per sculture in legno.
Ed ecco che il presidente Succurro diventa una preziosa fonte di sapere e conoscenza: «La visione di questo capolavoro subito dopo mezzogiorno è straordinaria: la luce del sole proveniente dalle finestre della navata meridionale illumina il volto del Cristo deposto e ne esalta la finezza dei lineamenti. La drammatica sofferenza di Cristo è resa visibile dal talento di Ottavio che evidenzia plasticamente il volto, il costato ed i muscoli, le vene, i tendini di tutto il corpo. L’iscrizione indica l’autore e l’anno».
Ha perfettamente ragione il presidente del Centro internazionale di studi Gioachimiti, quando punta molto sui tesori florensi, che in tanti ignorano: «Le nostre chiese sono autentici scrigni di opere d’arte e consentono di ricostruire la storia delle singole realtà e del mezzogiorno. La conoscenza dei tesori custoditi per secoli è la condizione per amare il nostro patrimonio e per valorizzarlo come possibile fonte di economia».
Da Antonio a Rosario Biafora. Ecco lo splendido Pulpito del 1923, che si trova presso la piccola Chiesa della Cona: «Il pulpito in legno, posto sulla parete destra della navata della Chiesa di Santa Maria della Sanità (Cona), firmato da Rosario Biafora della famiglia degli Ottavio, è opera della bottega del padre, Antonio, uno dei più grandi ebanisti del cosentino».
L’iscrizione in latino posta sul frontale indica il committente, l’autore, l’anno di realizzazione: «A Dio Ottimo Massimo/ Il parroco Giovanni Salatino lo ha ordinato, Rosario Biafora lo ha fatto con il denaro dei fedeli nel 1923».
Spicca, sotto il baldacchino, la colomba dello Spirito Santo. Ad un lato una statuetta in legno raffigura San Pietro con in mano la chiave simbolica; dall’altro lato c’è la statuetta di San Paolo con la mano destra che indica lo Spirito Santo e nella mano sinistra tiene il libro delle Lettere.
«Il pulpito è la testimonianza artistica dell’annunzio della Parola di Dio» dice Succurro. I “Tesori florensi” sono vere e proprie opere d’arte di rara bellezza e valore. Possibile da ammirare sotto lo sguardo severo e attento di Gioacchino da Fiore, “Maestro della civiltà europea”. Che domina su tutto.