Disabilità, «a Cosenza progetti finanziati e mai avviati»: la denuncia delle associazioni
In una lettera la rabbia di una categoria alle prese con «una routine fatta di battaglie continue»: «Pretendiamo ciò che non è una concessione, ma un diritto»
Una lettera denuncia sulla situazione delle persone con disabilità a Cosenza. A firmarla una serie di associazioni operanti nel territorio: La Spiga Odv, Associazione San Pancrazio, Coop. Strade di Casa, Mo.C.I. Cosenza, Circolo Culturale Popilia, La Terra di Piero, Soc. Coop. Sociale R-Accogliere, La Base Cosenza, Fem.In Cosenza, Comitato Riforma-Rivocati, Associazione Culturale Verde Binario Ets, Associazione Italiana persone Down sezione di Cosenza, La Stanza di Ilaria, Angsa Cosenza ApS, Associazione L’arte dei Piccoli Passi Odv, Associazione Nazionale Genitori persone con Autismo sezione di Cosenza, Semi di Spiga società cooperativa sociale.
La lettera si apre con uno stralcio della Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità del 2006: «Gli Stati parti [. . .] riconoscono il diritto di tutte le persone con disabilità a vivere nella società, con la stessa libertà di scelta delle altre persone, e adottano misure efficaci ed adeguate al fine di facilitare il godimento da parte delle persone con disabilità di tale diritto e la loro piena integrazione e partecipazione nella società».
«Con D.M. del 23.11.16 – scrivono i rappresentanti delle associazioni – il Ministero delle Politiche Sociali delle risorse per l’anno 2016 affida alla Regione Calabria 3.060.000 euro per l’anno 2016 come Fondo per l’assistenza alle persone con disabilità grave prive del sostegno familiare. Tali risorse al finanziamento di interventi mirati alla promozione di progetti personalizzati per il “Dopo di noi” e per la sperimentazione di soluzioni innovative per la vita indipendente per persone con disabilità senza il necessario supporto familiare. Con la D.G.R. 296 del 30/06/2017 la Regione Calabria approva il Programma operativo, e il relativo Piano attuativo, che determina l’attuazione in Calabria della L. 112/2016 e l’impiego delle risorse del Fondo nazionale sul Dopo di noi».
«Con decreto n. 14607 del 19.12.2017 – proseguono – sono stati assegnati agli ambiti dei Comuni le risorse del Fondo nazionale sul Dopo di noi. L’ambito territoriale di Cosenza ha avuto assegnati 186.549,77 euro. Attraverso la determina dirigenziale 973/18 il suddetto ambito approva ed emana l’avviso pubblico per assegnazione risorse a favore di persone con disabilità grave prive del sostegno familiare, L. n. 112/2016 -Dopo di noi, poi rettificato con determina 1029/18».
«In seguito a tale avviso – fanno presente le associazioni –, vengono presentate nell’intero ambito territoriale di Cosenza poco più di 20 domande. A giugno 2019 si arriva, dopo una fase di consultazione con il settore welfare del Comune di Cosenza, alla redazione dei relativi progetti individualizzati. Ad oggi, però, nonostante ripetuti solleciti da parte dei sottoscrittori della presente richiesta, anche in collaborazione con altre realtà operanti nel territorio, nessuno dei suddetti progetti è stato avviato. In passato, in alcune occasioni, ci è stato anche riferito da rappresentanti istituzionali che i fondi destinati, e già stanziati, probabilmente, erano stati utilizzati per altro. È questa la fine che, dal 2018, ha fatto anche la quota parte dei Fondi per la non autosufficienza dedicata ai Progetti di vita indipendente».
«Temiamo – si legge nella lettera – possa essere questa la fine che faranno i 714.998,15 di euro con i quali è stato recentemente finanziato l’Ambito Territoriale di Cosenza per la linea di investimento 1.2 “Percorsi di autonomia per persone con disabilità” del Pnrr. È di questi giorni, inoltre, la notizia per cui il settore welfare del Comune di Cosenza potrebbe a breve venire commissariato in considerazione di tutti i fondi ricevuti e non investiti e delle conseguenti rendicontazioni pregresse non inviate ai competenti uffici regionali».
«Mentre, dunque, gli amministratori comunali e i dirigenti del settore welfare di Cosenza – aggiungono le associazioni – hanno ritenuto bene non investire i fondi ricevuti negli anni per l’applicazione di politiche sociali, le famiglie e le persone disabili costituenti le associazioni e gli enti del terzo settore firmatari della presente lettera continuano nella loro routine quotidiana, una ruotine fatta di battaglie continue, anche solo per vedere riconosciuti i diritti fondamentali della persona, di sacrifici, di autosostentamento. Siamo stanchi di belle parole e promesse puntualmente disattese».
«Siamo stanchi – concludono – di atteggiamenti superficiali e della totale incapacità ed incompetenza nel gestire il bene comune. Esigiamo l’applicazione delle leggi esistenti senza la discrezionalità di chi amministra o di chi dirige. Pronti, se necessario, ad intraprendere le vie legali per la difesa dei nostri diritti. Pretendiamo ciò che, lo ricordiamo, non è una concessione ma un diritto: vivere nella società, con la stessa libertà di scelta delle altre persone».