Calcio, addio al bomber di provincia che inventò la “bicicletta”
Si è spento per un malore all'età di 69 anni Vito Chimenti, attaccante simbolo degli anni Settanta e Ottanta che rappresentò anche la Calabria in serie A
Il calcio romantico, quello che non esiste più, perde uno dei suoi simboli più luminosi: oggi, infatti, è morto Vito Chimenti, già centravanti di numerose squadre fra cui il Catanzaro. L’ex bomber allenava ora le giovanili del Pomarico, in Eccellenza lucana, e ha accusato un malore prima della partita contro la Real Senise. Inutile l’intervento dei soccorritori. Se n’è andato all’età di 69 anni.
I gruppi di nostalgici lo celebravano sovente sui social quale emblema del calcio degli anni Settanta e Ottanta. Malgrado il fisico non proprio statuario e la pancetta prominente, mostrava in campo una tecnica e un’agilità quasi sudamericana. In molti lo considerano l’inventore della “bicicletta”, il numero con cui era solito saltare in dribbling l’avversario di turno.
Barese di nascita, un fratello (Francesco) anche lui attaccante, tant’è che sulle figurine Panini e nelle cronache sportive venivano indicati come si usava all’epoca: Chimenti I (Francesco) e Chimenti II (Vito). Uno dei suoi nipoti (Antonio) è stato poi portiere di Salernitana, Roma, Lecce e Juventus, Vito Chimenti ha vestito le maglie di Matera, Lecco e Salernitana prima di esplodere nel Palermo in Serie B e giocare in Serie A con Pistoiese, Avellino e Catanzaro. Vestì la maglia delle aquile nella stagione 1979/80, collezionando 26 presenze e una rete, nel campionato culminato nella retrocessione del Catanzaro poi ripescato per le squalifiche di Milan e Lazio a seguito della prima inchiesta sul calcioscommesse.
Tredici i gol da lui messi in segno nella massima serie, centoquindici quelli collezionati in tanti anni di onorata carriera conclusa nel Taranto in Serie C nel 1985. Aveva poi intrapreso la carriera di allenatore, facendo parte degli staff tecnici di Salernitana, Foggia, Messina, Matera, Lanciano, Rimini e Virtus Casarano.