Cosenza, Luberto e Rende spingono per la città unica
I due consiglieri comunali rimarcano la necessità di non escludere Montalto dal progetto e spronano il governatore Occhiuto: «Non può più tergiversare»
«Un sasso nello stagno». Così secondo Bianca Rende e Francesco Luberto può essere considerata la nuova proposta di legge regionale che attende di essere presentata e che imprime un’accelerazione al processo costituente della città unica Cosenza-Rende-Castrolibero, prevedendo un cronoprogramma per la sua attuazione, che passa attraverso il referendum popolare e lo scioglimento dei rispettivi consigli comunali.
«Bolliamo come furbescamente dilatoria la risposta di chi obietta la necessità di anteporre a una ipotetica fusione a freddo, la preliminare messa in comune dei servizi», sottolineano i due consiglieri comunali. Entrambi rivendicano di aver sempre sostenuto la necessità di «un governo della conurbazione», per essere politicamente più forti e uscire «dall’insignificanza politica del piccolo è bello».
A loro avviso, dunque, la città unica è un passaggio «non più procrastinabile», ciò nonostante vi sono alcune questioni sulle quali intendono aprire un dibattito. Per Rende Luberto, infatti, il nuovo ente non potrà non comprendere Montalto, «ormai inclusiva della crescita universitaria e polo logistico strategico specie per l’industria agroalimentare», e poi è fondamentale che il processo di fusione «non sia verticistico, frutto di accordi di autoconservazione, ma si irrori dalle opinioni dei residenti, da cercare e sollecitare in ogni sede».
Capitolo a parte per gli investimenti, rispetto ai quali i consiglieri chiamano direttamente in causa il presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto: «Non può più tergiversare» sottolineano con riferimento ai finanziamenti attesi da anni e di cui si attende solo l’apertura dei cantieri. Un esempio su tutti: la realizzazione di un policlinico universitario.
E se lo studio preliminare andrà «certamente commissionato all’Unical» e se le difficoltà finanziarie di Cosenza nonché quelle giudiziarie di Rende, non rappresentano un ostacolo così insormontabile, le uniche obiezioni Rende e Luberto le sollevano nei confronti di chi «teme che l’accelerazione serva per preparare l’occasione elettiva di qualche rappresentante politico di riferimento». A loro, entrambi rivolgono l’invito «a non avere timore dei propri avversari e provare a batterli sul campo, come successo più di una volta, e con la propria credibilità e non con i boicottaggi che non offrono prospettive di sviluppo alle comunità amministrate».
Analogo monito è rivolto infine a coloro i quali temo un’annessione della città più grande sulle realtà demograficamente minori. «Non abbiate paura di diventare grandi – spiegano Rende e Luberto – anzi di ritornare grandi, perché nel giusto rispetto della identità di ciascuna municipalità, quella dei Bruzi è una realtà unita nell’antichità, in cui affondano le nostre radici identitarie, che attendono solo di ricomporsi».