martedì,Febbraio 18 2025

Cosenza-Sudtirol, 1714 giorni dopo è cambiato il mondo

La formazione di Bisoli torna per la prima volta al Marulla da quella notte magica del 2018. La cornice del Marulla sarà totalmente differente

Cosenza-Sudtirol, 1714 giorni dopo è cambiato il mondo

1714 giorni dopo, sarà di nuovo Cosenza-Sudtirol. Tanto è trascorso dalla notte del 10 giugno 2018, quando il gol di Baclet e, soprattutto, l’autorete di Paolo Frascatore al 95′ spedirono i Lupi meritatamente a Pescara. Lì riconquistarono la Serie B a distanza di quindici anni dall’ultima volta. Certo, di acqua sotto i ponti ne è passata.

Basti pensare che di quella squadra è rimasto soltanto Corsi, peraltro fuori rosa, mentre dall’altra parte ci sono solo Kevin Vinetot e capitan Fabian Tait. E poi c’è Tommaso D’Orazio, che dopo aver lasciato il San Vito-Marulla nel 2020 è tornato lo scorso gennaio proprio dopo aver giocato nei primi sei mesi della stagione al “Druso”. Ma che, nell’ultimo precedente, era uno degli uomini simbolo della formazione che fece esultare ventimila anime.

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Cosenza-Sudtirol, effetto follia

Il Cosenza ritorna da Bolzano con una sconfitta amarissima, arrivata al 94′ per effetto della rete di Michael Cia, attualmente militante fra le fila del Naturns in Promozione. La città, però, è stretta attorno al sogno promozione e i biglietti per la partita di ritorno, fissata in primetime su RaiSport il 10 giugno 2018, finiscono in tre giorni, tanto che società e comune trovano un accordo in tempo record per aprire anche la Tribuna B scoperta. All’ingresso in campo delle squadre, un’intera città, dal divano, allo stadio o dai balconi del grattacielo, canta “Sembra Impossibile”, ma l’highlight del primo tempo è Manuel Pascali che sacrifica la finale tranciando in contropiede Manuel Gyasi. A fine primo tempo, il Cosenza è fuori.

Baclet e Frascatore “uno di noi”

Nella ripresa, Piero Braglia decide che è il momento: «Allan, entra e fammela vincere». Baclet si scalda e al primo pallone utile sbuca fra le maglie bianche e in tuffo di testa impatta il risultato: 1-0, quindi 1-1, e Cosenza esplode. Non lo stadio, tutta Cosenza: l’urlo che l’intera città caccia non è liberatorio, è catartico. Da lì in poi è un assedio, con Offredi, portiere del Südtirol, che replica le parate dell’andata. La squadra di Paolo Zanetti arretra il baricentro di almeno venti metri e il Cosenza, spinto dai suoi, carica a testa bassa.

Al 95′ c’è l’ultimo corner prima dei supplementari: Massimo Loviso bacia il pallone e mette in mezzo un cross velenoso, tagliato, insidioso. Fra le teste di Pascali, Okereke e Baclet, ai quali viene assegnato in ordine il gol, sbuca quella di Paolo Frascatore, che però gioca coi bolzanini: il pallone termina in fondo al sacco, il Cosenza è in finale. La città diventa un delirio, Baclet è l’eroe di un’intera provincia e il terzino sinistro scuola Roma, da buon calciatore di C, diventa l’icona di una città e di una hit degli Zabatta che spopolò per mesi non solo all’ombra della Sila. Il 10 giugno 2018 resterà per sempre la notte di San Frascatore. Sperando in uno stesso finale sabato prossimo, anche se la cornice sarà totalmente diversa senza alcuna magia.

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