martedì,Settembre 10 2024

Cosenza, “Suburra” ispira due spacciatori: «Forse è meglio cambiare vita»

Tempesta del dubbio dopo la visione di "Suburra", l'intercettazione: «Certe volte quando parlano, gli sbirri hanno ragione»

Cosenza, “Suburra” ispira due spacciatori: «Forse è meglio cambiare vita»

Parlano di argomenti leggeri, ma poi all’improvviso il discorso si fa serio. La tempesta del dubbio li coglie di sorpresa. E cominciano a riflettere sul senso della vita. Anzi, delle loro vite. Parlano di questo e altro i due spacciatori cosentini che il 23 novembre del 2020 marciano verso Cetraro per acquistare «quattro o cinque chili di marijuana». Per accogliere quel carico si sono portati dietro un borsone da calcio, ma ignorano di avere una cimice nella loro auto. Sono in corso, infatti, le indagini della Dda che in seguito porteranno al blitz del primo settembre del 2022. Nessuno dei due protagonisti di questa vicenda vi risulterà coinvolto, a riprova del fatto che sono diversi i fronti investigativi ancora aperti e collegati all’inchiesta principale.

I due commentano le puntate di Suburra in onda in quei giorni. «È meglio Gomorra» azzarda A. P., ma il suo interlocutore ha un’idea diversa. Quella serie tv lo ha ispirato: «Ti posso dire la verità? Secondo me noi questa vita dobbiamo fare in modo di non farla più. Cioè, facciamo sempre le cose in malo modo perché la vita nostra è questa, però dobbiamo cambiare campo, zì» afferma F. G. L’amico gli dà ragione con un «Eh magari» che sembra mettere un punto alla conversazione, ma l’altro ha tutta l’intenzione di approfondire l’argomento. I boss della fiction se li è studiati a lungo, ed è arrivato alla conclusione che non sono poi così diversi da quelli reali. E dai suoi. «Purtroppo facciamo guadagnare a loro. Da quando mi sto vedendo Suburra, certe volte quando parlano gli sbirri su certe cose hanno ragione: noi lavoriamo, lavoriamo e loro e facciamo guadagnare a loro».

Il problema principale sono i soldi. I guadagni ci sono, ma il rischio vale la candela? Considerato poi che se finisci in carcere, «anche con i soldi devi stare dentro», e quando esci poi «ti ritrovi il figlio già grande». Sembra il prologo a un ripensamento che, quando il discorso scivola di nuovo sui capi, diventa quasi una conversione: «Con i soldi che guadagni ti ci sei aggiustati casa, loro si ci sono comprati un intero quartiere». Cambiare «campo» allora, sì ma come? Il più filosofo della compagnia una soluzione ce l’ha: «Dobbiamo vedere se riusciamo a entrare in politica» suggerisce all’amico che a sua volta si mostra d’accordo, ma con un’avvertenza: «Però ci vuole un aggancio di quelli buoni. Un parente sarebbe meglio ancora». Non c’è tempo per approfondire il discorso perché una telefonata su Whatsapp li riporta alla realtà. Sono quasi arrivati a destinazione. Percorrono una discesina al termine della quale troveranno il loro fornitore. Per un attimo pensano di aver sbagliato strada, ma poi «qua è vedi, lo vedi che ci aspetta, ci ha aperto il cancello». La nuova vita può attendere.  

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