giovedì,Marzo 28 2024

Unical, i collettivi denunciano ritardi per gli studenti in stato di necessità

Azione dimostrativa del Coordinamento universitario Praxis: «Le richieste inoltrate a gennaio verranno prese in consegna ad aprile. Che senso ha?»

Unical, i collettivi denunciano ritardi per gli studenti in stato di necessità

Il Coordinamento universitario Praxis ha compiuto questo pomeriggio un’azione dimostrativa preso gli uffici del Centro Residenziale dell’Università della Calabria. Le rimostranze del collettivo riguardano gli “studenti in momentaneo stato di necessità” che, in base a quanto stabilito dall’Ateneo, possono richiedere aiuti economici, dilazione delle rate. Possono richiedere anche di svolgere un part-time per l’università che compensi gli importi da versare. Fatto sta che a, margine delle istanze presentante, a molti è stato risposto che verranno prese in esame a partire da aprile.

«In questi anni ne abbiamo viste tante – scrivono in una nota -. In particolare con lo scoppio della pandemia abbiamo assistito all’incuria per quanto riguarda l’istruzione, la tutela del diritto allo studio e agli insufficienti aiuti per la grande fetta di popolazione che già versava in uno stato di disagio economico. Dal Governo, alla Regione fino ad arrivare ai singoli enti pubblici, anche il nostro ateneo non si è distinto per le misure dispositive atte ad aiutare studenti in difficoltà, dal costo di tamponi e Dispositivi di Protezione Individuale all’accesso alla DAD e al pagamento delle rate, o ai sussidi per l’acquisto di materiale didattico, la comunità studentesca se l’è cavata da sola in base alle proprie risorse, familiari e non. Grande soddisfazione del Rettore fu quella di aver posticipato la II e la III rata di due mesi, come se questo potesse costituire un aiuto concreto alle migliaia di studenti e famiglie in difficoltà».

Secondo il Coordinamento universitario Praxis «è chiaro che sia prioritario per l’Unical propagandare l’immagine di un campus all’avanguardia su vari aspetti, sia sugli standard della produttività che sull’inclusione, tanto è vero che con la digitalizzazione dei servizi didattici è stata introdotta anche una voce che contraddistingue il buon cuore della governance d’ateneo, “studenti in momentaneo stato di necessità” possono richiedere aiuti economici, dilazione delle rate o possono richiedere di svolgere un part-time per l’università che compensi gli importi da versare. Se da un lato non possiamo non constatare quanto sia vergognoso proporre un part-time gratuito per colmare un debito su tasse che non si riescono a pagare e quanto sia allo stesso modo vergognoso considerare come “momentaneo” lo stato di necessità di studenti e studentesse che stanno attraversando un momento di crisi che oscilla tra pandemia, guerra, aumenti del costo della vita, della precarietà occupazionale ed esistenziale in una particolare congiuntura in cui si fondono questi fenomeni alle difficoltà strutturali del vivere nella regione più povera d’Europa, dall’altro lato constatiamo difatti che pur con tutte queste criticità questa possibilità oggi esiste, è vero, ma è soltanto una vetrina vuota e gli/le studenti che provano ad attingervi ricevono una porta chiusa in faccia».

«Ne è la prova – dicono – una richiesta inviata a Gennaio 2023 e per la quale è stato risposto che la commissione preposta si riunirà dopo la fine di Aprile, in maniera vaga. A cosa servono una commissione e un servizio ad hoc se questo non si attiva nel momento in cui ci sono richieste da gestire? Qual è l’attività di informazione fatta su questo servizio e che vicinanza è mostrata alla comunità studentesca in difficoltà? A fare un sondaggio si potrebbe scommettere che solo una minima parte è a conoscenza di questo servizio e ancor di più molti/e di coloro che lo hanno utilizzato non hanno ricevuto risposte concrete».

«Siamo indignati/e e inorriditi/e per l’ennesima presa in giro agli/alle studenti che non passa solo dalle borse di studio e dagli alloggi. Se la situazione è questa – conclude Coordinamento universitario Praxis – l’università deve avere il coraggio di mostrarsi con il suo vero volto, classista ed escludente dove solo chi può andare avanti lo fa! Non accetteremo silenti l’ipocrisia di chi, con questi atteggiamenti, dimostra di non aver a cuore il futuro dei giovani. Nessuni/e deve rimanere indietro!».

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