Corigliano Rossano, sola e senza reddito: il dramma di una 45enne
Lo Stato le nega il Reddito di cittadinanza, Scalercio (Progetto Meridiano): «Il Governo sta abbandonando i bisognosi al loro destino»
«Lo Stato non è affatto vicino alle persone bisognose, lo è quando sei ricco e hai soldi in banca ma quando non hai niente non ti cercano nemmeno per lavorare, allo stato servi ricco, non povero. Da troppo tempo è così. Io invece penso che bisogna aiutare tutti. Nessuno deve rimanere indietro, Soprattutto per chi passa un momento difficile e lì che lo stato e le Istituzioni devono esserci».
Queste le parole accorate di Francesca Lupinacci, quarantacinquenne di Corigliano-Rossano che dopo aver badato per anni ai suoi genitori malati e prestato il proprio servizio a una zia, ora con i genitori e la stessa zia deceduti si è trovata da sola senza reddito e senza lavoro. La ricerca di lavoro si è scontrata con i soliti dinieghi e quando si apriva una speranza era per sfruttamento e paga che definire indignante è un eufemismo. Intanto però le bollette arrivano puntuali, compreso le spese condominiali per le quali riceve intimazioni di pagamento.
La richiesta di Rdc rifiutata per una burocrazia che non tiene mai conto degli eventi tragici e fuori protocollo perché l’Isee dell’anno precedente naturalmente tiene conto della parte di anno nel quale un genitore era ancora in vita con il suo piccolo reddito. A parte la Caritas che fa ciò che può anche le Istituzioni di Prossimità come il Comune latitano lasciando la donna nella disperazione.
«Questa la realtà con la quale si devono misurare le polemiche contro il Reddito di cittadinanza da parte del nostro Governo che tagliandolo vuole lasciare al loro destino i cittadini in condizione di bisogno» afferma Sandro Scalercio del coordinamento “Progetto meridiano”, secondo il quale «le parole brucianti di Francesca chiedono semplicemente l’applicazione dell’art. 3 della nostra Costituzione che recita nella sua seconda parte: è compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese».