Cosenza, in piazza per i morti di Cutro. La Base: «Siamo calabresi, sappiamo cosa vuol dire emigrare» | VIDEO
Gli attivisti hanno srotolato uno striscione questa mattina in piazza XI Settembre, in vista della manifestazione che si terrà domani davanti alla Prefettura di Crotone
Uno striscione viene srotolato davanti alla Prefettura, a Cosenza. Le parole, poche, raccontano tutto: «Cutro 26-2-23. Strage di Stato». Il dolore, la rabbia, lo sdegno. C’è tutto questo su quel lenzuolo giallo esposto in favore dei passanti del centralissimo corso Mazzini, in quella piazza XI Settembre da sempre abituata ad accogliere sit-in e urla di protesta, luogo eletto da chi, di fronte a certe cose, non vuole e non può restare in silenzio. Di chi ha bisogno di gridare. E così, anche stamattina, si diffonde il grido degli attivisti del movimento politico La Base, un coro che diventa un’unica voce che viene diffusa dal megafono: «Non ci sono parole per esprimere il dolore e la rabbia di fronte all’ennesima strage di migranti, che fa delle nostre coste un vero e proprio cimitero per decine di migliaia di esseri umani colpevoli solo di essere nati dall’altra parte del Mediterraneo».
Dolore e rabbia, ma anche un dito che sa bene dove puntare: «Chi criminalizza i salvataggi in mare non fa che favorire stragi di innocenti come quella di domenica mattina. Siamo meridionali, siamo calabresi, sappiamo bene cosa vuol dire emigrare e non possiamo girarci dall’altra parte».
Non si ferma ancora l’urlo di chi si sente figlio della stessa ingiustizia che, in modi diversi, colpisce tutti i più deboli. Migranti come meridionali, come giovani e meno giovani che il futuro fanno fatica perfino a immaginarlo. «La politica criminale che abbandona e fa morire in mare migliaia di poveri è la stessa che cancellando diritti abbandona a se stesse le classi popolari in questo Paese e costringe noi a lasciare la nostra terra in cerca di un futuro dignitoso».
E poi arriva, inevitabile, la condanna delle parole del ministro Piantedosi e del Governo Meloni, «di chi si erge a difensore della vita quando si tratta di decidere sul corpo delle donne, ma che non ha problemi a lasciare annegare bambini, donne e intere famiglie quando si tratta di migranti».
Ma ce n’è anche per il centrosinistra e per le «lacrime di coccodrillo del Pd, che ha aperto i campi di concentramento in Libia, ha ratificato accordi per i respingimenti in mare e ha iniziato la criminalizzazione dei salvataggi».
Dal 2014 sono più di 25mila i morti in mare, sottolinea la voce al megafono. Un’unica, infinita, strage che ha precise «responsabilità politiche».
Infine, un appello, a tutti: «Che il dolore e le lacrime si trasformino in determinazione e rabbia per cambiare tutto questo». E un invito a essere presenti domani, alla manifestazione che prenderà il via alle 15, davanti alla Prefettura di Crotone, in previsione di un’altra grande mobilitazione nazionale che si terrà nei prossimi giorni. Per i morti innocenti di Steccato di Cutro. E per dire basta.