La preside autorizza un’assemblea sulla cannabis e arriva la polizia. Solidarietà dal Pd di Cosenza
Agli agenti non sono bastate le rassicurazioni della dirigente sul fatto che l'incontro fosse stato regolarmente autorizzato. La Questura ha ridimensionato l'accaduto
«Solidarietà agli studenti, alle studentesse del Majorana-Cascino di Enna e all’associazione Meglio Legale, che hanno subito, con atto violento e intimidatorio, l’irruzione della polizia durante l’assemblea a favore della legalizzazione della cannabis». Così in una nota il circolo del Partito Democratico di Cosenza della segretaria Rosi Caligiuri.
«Inaccettabile – dice – che ragazzi e ragazze, durante un incontro previsto dal regolamento scolastico, vengano identificati e intimiditi come dei criminali. La scuola è il luogo della formazione e del libero dibattito e tale deve rimanere. In particolare, condividiamo l’iniziativa del liceo e ci rivolgiamo ai parlamentari del Pd, a partire dalla Segretaria Elly Schlein, affinché chiedano che venga fatta luce sulle motivazioni che hanno spinto la questura di Enna a mandare questo illegittimo controllo».
I fatti a cui si riferiscono i democrat bruzi risalgono giovedì quando l’assemblea organizzata dall’associazione Meglio legale, che si batte per la legalizzazione della cannabis, è stata interrotta dall’intervento della polizia. Gli agenti si sono presentati in aula, alle 9.40, nell’istituto superiore Majorana-Cascino di Piazza Armerina, nell’ennese. Alla polizia non sono bastate le rassicurazioni della preside, Lidia Gangi, date telefonicamente a un ispettore, sul fatto che l’assemblea era stata regolarmente autorizzata. Chiusa la telefonata, quando tutto sembrava chiarito, sarebbe cominciata l’identificazione degli studenti.
Ma la Questura di Enna smentisce questa versione: «Non c’è stata formale identificazione». Gli agenti in abiti civili hanno preso contatti con i responsabili dell’istituto superiore, spiega la Questura, e l’assemblea «non è stata interrotta e/o ritardata». E assicura che «qualsiasi attività condotta presso l’istituto scolastico comunque non avrà alcun seguito». L’ispettore ha riferito alla dirigente scolastica che l’intervento era scaturito da una segnalazione arrivata da Enna.