Cosenza, l’ex presidente Paletta: «Caruso e Succurro, non state a guardare»
Il vecchio numero uno del club interviene sulla contestazione a Guarascio: «Lasciargli la palla in mano non servirà a sbrogliare la matassa, intervengano prima che si generi un danno sociale»
di Damiano Paletta*
“Il fenomeno sociale che Guarascio sottovaluta”. Questo è il titolo di un ottimo articolo di Antonio Clausi, che mi porta inevitabilmente a delle considerazioni. Siamo certi che sia solo Guarascio a sottovalutare il fenomeno? La premessa è importante: il Cosenza calcio rappresenta, nel secondo campionato professionistico italiano, la provincia più grande che ci sia in Italia.
Sono ben 155 i comuni della provincia di Cosenza e 153 sono completamente appassionati e tifosi dei colori rossoblu. A questo aggiungiamo il capoluogo ed ecco che il cerchio è chiuso. Questa premessa serve per avere una prima risposta: non è solo lui.
In quest’ultimo periodo, con la situazione che si è creata fra la società (sarebbe più corretto scrivere Guarascio, perché la società a livello di organigramma o di soci non esiste) e i tifosi, la posizione delle istituzioni interessate, cioè Comune e Provincia, mi è sembrata molto debole e se non fosse per la stima che porto per entrambe le figure che la dirigono, direi senza ombra di dubbio pilatesca.
Se vogliamo portare la situazione Cosenza Calcio-tifosi nell’ambito sociale, bisogna spostare l’attenzione verso le istituzioni. Sono certi Presidente della Provincia e Sindaco che stanno facendo di tutto per cercare di portare equilibrio e redimere una situazione che, se avesse come risultato sportivo quello che nessuno si augura ma che tutti temiamo, sarebbe un danno sociale enorme a tutti i livelli?
Sono certi che aver lasciato la palla in mano a Guarascio per incontrare giorni fa i tifosi, con il risultato che tutti abbiamo letto e senza alcuna loro presenza, possa aiutare a sbrogliare la matassa? Urge un netto cambio di rotta da parte loro.
E’ vero che il Cosenza Calcio è una società privata ma tutte le società sportive sono anomale a livello di proprietà perché, se pur è vero che i capitali sono o dovrebbero privati, si usano e sfruttano strutture pubbliche e soprattutto sopravvivono con la partecipazione della comunità. E nel caso del Cosenza, lo ripeto, di 155 comuni oltre al capoluogo.
I tifosi chiedono che a fine stagione, a prescindere dalla categoria, si cambi registro. Le istituzioni hanno il dovere di far si che ciò accada ancor prima della fine del campionato. Altrimenti sarebbero complici di un grave danno sociale per tutta la Provincia di Cosenza.
*Damiano Paletta, ex presidente del Cosenza Calcio
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