Reddito di Cittadinanza, addio. Ecco Mia, cosa cambia per i percettori
Assegno base ridotto a 375 euro per gli occupabili. Nel nuovo decreto legge tanti i cambiamenti previsti: dalla durata agli importi, diminuirà l'Isee per ottenere il sussidio e aumenteranno i controlli
La riforma del Reddito di Cittadinanza è pronta con la ministra del Lavoro Elvira Calderone che nelle prossime settimane dovrebbe portare in Consiglio dei ministri il decreto legge. Tanti i cambiamenti previsti a partire dal nome, ma saranno diversi anche i criteri di accesso e la platea dei beneficiari. Si chiamerà Mia “Misura di inclusione attiva” e scatterà già settembre, dopo i sette mesi di proroga accordati ai beneficiari del Reddito di cittadinanza con la legge di Bilancio 2023. La nuova misura di sostegno si dovrebbe già richiedere tra agosto e settembre.
I potenziali beneficiari verranno divisi in due platee: famiglie povere senza persone occupabili e famiglie con occupabili. Nel primo caso si tratta di nuclei familiari dove c’è almeno un minorenne o un anziano over 60 o un disabile, mentre nel secondo caso si tratta di nuclei dove c’è un soggetto tra i 8 e 60 anni d’età. Con la Mia cambiano anche gli importi e la durata del sussidio. Il sussidio che continueranno a ricevere queste famiglie con l’importo base, per singola persona, dovrebbe restare di 500 euro.
Si discute ancora su un’eventuale quota aggiuntiva in cui il beneficiario debba pagare l’affitto, con la vecchia misura che prevede fino a 280 euro al mese, mentre con la Mia questa quota potrebbe essere alleggerita e modulata sulla numerosità del nucleo familiare. Nel caso di nuclei familiari con occupabili l’idea che sembra avere il sopravvento è quella che prevede l’assegno base ridotto a 375 euro e durerà non più di un anno. Per i poveri sotto la soglia minima la Mia durerà fino a 18 mesi.
Cambia anche la norma che riguarda la richiesta di poter richiedere a ripetizione il sussidio: nel caso di famiglie senza occupabili, dalla seconda domanda in poi, la durata massima della Mia si ridurrà a 12 mesi, mentre in nuclei con occupabili la Mia scadrà al massimo dopo un anno la prima volta e dopo sei mesi la seconda e una eventuale terza domanda di sussidio si potrà presentare solo dopo una pausa di un anno e mezzo. Scende anche il requisito Isee con il tetto per aver diritto alla nuova Misura di inclusione attiva che dovrebbe passare dagli attuali 9.360 euro a 7.200 euro. Una riduzione che rischia di far una parte importante della platea di potenziali beneficiari. Nella Mia è previsto invece è previsto invece l’aumento dell’importo del sussidio in base al numero dei componenti la famiglia e per migliorare l’assistenza ai nuclei numerosi.
Il nuovo decreto legge infine prevede la creazione di una piattaforma sotto la regia del ministero del Lavoro per migliorare l’incrocio tra domanda e offerta di lavoro dove gli occupabili dovranno obbligatoriamente iscriversi e dove potranno ricevere le offerte congrue di lavoro. Offerta che non potrà essere rifiutata se non si vuol perdere il sostegno. Saranno aumentati anche i controlli sulla decadenza dal beneficio per chi non rispetta gli impegni previsti dai patti di inserimento al lavoro o di inclusione sociale, e quelle sui reati per chi dichiara il falso o lavora in nero pur prendendo il sussidio.