sabato,Ottobre 5 2024

L’ANALISI | Cariati, arriva la Tac e tutti si prendono i meriti. Ma a funzionare è stata la lotta dal basso

La consigliera regionale di Forza Italia Pasqualina Straface ha parlato di «un grande risultato che abbiamo seguito passo passo e di persona». Ma dimentica - con altri - da dove tutto è partito

L’ANALISI | Cariati, arriva la Tac e tutti si prendono i meriti. Ma a funzionare è stata la lotta dal basso

All’(ex) ospedale di Cariati arriva la Tac e chi può cerca di metterci il cappello. Anche se il cappello ha gli stessi colori di quello che più di dodici anni fa fu messo sul decreto di chiusura di questo così come di altri 17 presidi in tutta la Calabria. Il cappello in questione appartiene a Pasqualina Straface, consigliere regionale di Forza Italia e presidente della terza commissione Sanità.

La nota dell’esponente azzurra arriva nelle mail delle redazioni seguendo a stretto giro la notizia che intanto rimbalza sulle pagine social di associazioni e cittadini da tempo impegnati sul territorio nella battaglia per il diritto alla salute. «Questa mattina è arrivata una Tac di ultima generazione – afferma trionfante Straface – e rappresenta il primo vero segnale verso la riapertura del “Vittorio Cosentino” che sarà, finalmente, incluso nella rete ospedaliera regionale prevista nel nuovo Dca. Ciò significa che l’ospedale di Cariati riaprirà a tutti gli effetti dopo oltre dieci anni. Si tratta di un grande risultato che abbiamo seguito passo passo e di persona».

La consigliera ricorda poi la sua visita di un mese fa al presidio, dove aveva «potuto constatare come ci siano già servizi attivi e altamente professionali come la Rsa». Pare non ricordare, però, che da quelle parti è stata intrapresa una battaglia targata “Comitati uniti per il Vittorio Cosentino”, intrapresa da un gruppo di cittadini che dal 19 novembre 2020 al luglio 2021 ha occupato un’ala dell’ex ospedale di Cariati, riuscendo a fare breccia nella coltre di indifferenza che si era stratificata negli anni e mettendo in moto, appello dopo appello, l’iter che sta portando ai risultati sperati. Poco prima di Natale l’arrivo dell’ecografo per la radiologia, poi l’ecografo per la cardiologia e oggi la Tac e un mammografo che dovrebbe arrivare, si spera, a breve. «Passo passo e di persona» si direbbe che la vicenda l’abbiano seguita loro. Ma Straface si guarda bene dal citarli. Così come si guarda bene dal riportare alla memoria il nefasto decreto 18 firmato dall’allora presidente della Giunta regionale (di centrodestra) Giuseppe Scopelliti, decreto contro il quale non risulta si sia mai alzata una voce. Eppure di tempo per parlare ce n’è stato. Un decennio, più o meno.

Decisamente meglio, ma con un appunto che ci permettiamo di fare, il capogruppo del Movimento 5 Stelle in Consiglio regionale Davide Tavernise, che su Facebook – giustamente e legittimamente – esulta: «Finalmente è arrivata la Tac all’ospedale Vittorio Cosentino di Cariati». E poi giù a elencare i meriti. I propri però, e solo quelli: «Mesi di solleciti, decine di telefonate e incontri. È la prima volta che l’ospedale avrà a disposizione uno strumento così importante, che si aggiunge alla Tac di Rossano. Questo vuol dire dimezzare le liste d’attesa del 50% sul territorio della Sibaritide. Oggi è una giornata stupenda, sono felice!». Tutto giusto, anche la sottolineatura dell’impegno che indubbiamente c’è stato. Ma la cortesia di un accenno, sicuramente omesso in buona fede, si sarebbe potuta usare. Se non altro a beneficio di quanti qualche passaggio di tutta la vicenda se lo sono evidentemente perso e nei commenti si sperticano in lodi al consigliere – «complimenti», «bravissimo», «sei un grande» – come se da solo fosse l’artefice di tutto.

Certo, bisognerebbe anche chiedersi come abbiano fatto a perdersi qualche passaggio, data la grande eco mediatica che la lotta dei ribelli dello Ionio ha avuto e continua ad avere anche grazie a un film che vede protagonisti proprio i “Cariati kids” e la loro occupazione. Il film si chiama “Cera una volta in Italia – Giacarta sta arrivando” e ospita contributi tutt’altro che trascurabili come quelli di Roger Waters, Ken Loach e Gino Strada. Un grande lavoro sullo sfacelo della sanità pubblica, firmato dai registi Federico Greco e Mirko Melchiorre, che dopo aver esordito ai primi di dicembre a Reggio Calabria e poi a Corigliano-Rossano, ha preso il largo, continuando a registrare il sold out nelle sale di tutta Italia e anche oltre. Proprio in questi giorni è tornato là dove tutto è partito, per essere proiettato “in casa”, a Cariati.

Dove i fatti si sono svolti. Quei fatti che, senza bisogno di note roboanti, parlano da sé. E allora lasciamoli parlare. I fatti dicono che da quando c’è stata l’occupazione del “Vittorio Cosentino”, qui hanno cominciato ad arrivare strumenti, servizi e personale, cosa che in 12 anni non era mai avvenuta. La presa di posizione eclatante degli attivisti cariatesi ha messo in moto un’escalation, prima mediatica e poi politica, che ha portato – dopo i primi risultati nell’ambito della prevenzione e della medicina del territorio – ormai vicinissimi all’obiettivo principale: il reinserimento nella rete ospedaliera. I complimenti vanno tutti a loro.

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