Folta rappresentanza di comuni cosentini a Napoli per dire no all’autonomia differenziata
In piazza, tra gli altri, anche Caruso, Papasso e diversi amministratori del Mezzogiorno: «Il Ddl Calderoli smembra l'Italia»
Circa duecento tra sindaci e amministratoti che hanno partecipato a Napoli alla manifestazione contro l’Autonomia differenziata. A giudizio dei partecipanti il ddl Calderoli finirà per accentuare la frammentazione non solo tra Nord e Sud, ma anche tra aree costiere e quelle interne e tra città e piccoli comuni della montagna. Il leit-motive è stato uno solo: «Nel nostro Paese ci sono tante differenze dal punto di vista economico e sociale».
Il primo cittadino partenopeo Gaetano Manfredi ha introdotto l’assemblea che si è tenuta nella sala consiliare di Santa Maria La Nova. Dalla Calabria è partito un folto numero di eletti, tutti di centrosinistra. Dopo la posizione espressa dal Governatore Roberto Occhiuto, gli appartenenti al suo schieramento politico non hanno inteso prendere pubblicamente posizione. Di conseguenza di scendere in piazza con i colleghi posizionati dall’altra parte della barricata non se n’è parlato proprio.
Diversi i comuni della provincia di Cosenza che hanno risposto presente. Per Palazzo dei Bruzi c’era Franz Caruso, per Corigliano Rossano l’assessore Costantino Argentino, per Rende l’assessore Fabrizio Totera, per Cassano il sindaco Gianni Papasso, per Acri l’assessore Mario Bonacci e il consigliere Raffaele Gencarelli, per Cariati il sindaco Filomena Greco, per Castrovillari Ernesto Bello. Rappresentanze anche da Villapiana, Cerisano e Frascineto.
«Insieme a centinaia di colleghi sindaci sono stato oggi a Napoli, nella ricorrenza dell’anniversario dell’Unità italiana, avvenuta nel 1861, per difendere il valore dell’unità e della solidarietà del Paese – ha commentato Franz Caruso -. Diciamo no ad una riforma ingiusta che creerà ulteriori disparità rispetto a quelle già esistenti, condannando il Mezzogiorno a una situazione di persistente inferiorità. La questione è politica, ma non è di contrapposizione politica, perché ritengo che ci sia la necessità di difendere quelli che sono i valori del nostro Paese a prescindere dall’ideologia partitica».
«Con il DDL Calderoli si rimuove un potere unitario del nostro sistema per demandarlo a 20 realtà completamente diverse, a 20 repubblichette che smembrerebbero il Paese. È questa un’impostazione sbagliata, schizofrenica, che non si può e non si deve accettare. L’Italia cresce – ha concluso il sindaco di Cosenza – se è unita, ma cresce soprattutto se cresce il Sud, perché il Nord da molti anni sta arretrando, non avendo più alcuna spinta propulsiva e di rilancio».