domenica,Marzo 26 2023

Cosenza, indagini in corso su un camion della droga

Il carico di stupefacenti sarebbe stato trasportato fino a Pescara in un vano ricavato ad hoc sotto il serbatoio del carburante

Cosenza, indagini in corso su un camion della droga

Potrebbe riservare ulteriori sviluppi l’inchiesta che ieri ha portato all’arresto di tre persone per violenza privata ed estorsione ai danni di un quarantenne cosentino. Dal racconto della vittima, infatti, affiorano altri presunti illeciti ai quali avrebbe assistito o partecipato e sui quali, verosimilmente, sono in corso approfondimenti investigativi.

Uno di questi non coinvolge gli attuali indagati ed è relativo a un traffico di sostanze stupefacenti del quale si sarebbe reso complice. Per un periodo di tempo, infatti, l’uomo ha lavorato alle dipendenze di un autotrasportatore, prendendo parte con lui a un viaggio a Pescara, ufficialmente per spostare un carico di merce lecita, ma in realtà finalizzato alla consegna di stupefacenti. Quali stupefacenti? Il diretto interessato è stato solo in grado di dire che si trattava di droga «in polvere», a suo dire occultata in un vano ricavato per l’occasione sotto al serbatoio del carburante. Una volta giunti in Abbruzzo, lui sarebbe stato scaricato in un bar mentre il suo compagno di viaggio avrebbe provveduto alla consegna.

Fra gli altri episodi da lui denunciati e ancora oggetto di verifica ce n’è anche uno relativo a presunte truffe alle compagnie assicurative per il tramite di finti incidenti stradali. Tre lo avrebbero visto attore protagonista, e a due di questi avrebbero fatto seguito delle tappe in ospedale per refertare le ferite riportate in quei sinistri immaginari. Per non destare sospetti, però, l’uomo si sarebbe recato una volta all’Annunziata e un’altra all’ospedale di Cetraro.

 Dal suo racconto, emergono anche particolari cruenti relativi alla preparazione di queste truffe. In una circostanza, infatti, il quarantenne si è prestato alla simulazione di una caduta dal motorino con conseguente risarcimento da ottenere in ragione delle lesioni riportate. E dato che non c’era stata alcuna caduta, le ferite utili per il referto gliele arrecò il suo complice con un pugno in pieno volto che gli fece saltare gli incisivi. In questo come negli altri casi, l’uomo sostiene di non aver mai intascato un euro. I proventi dei raggiri se li sarebbero intascati le altre persone coinvolte.