martedì,Marzo 21 2023

“Corpi”, la graphic novel di Luana Belsito, l’eros della porta accanto si fa arte senza tabù | VIDEO

È stato presentato a Cosenza, nella galleria GAIA il debutto letterario della creativa bruzia di cui si sentirà parlare a lungo

“Corpi”, la graphic novel di Luana Belsito, l’eros della porta accanto si fa arte senza tabù | VIDEO

Corpi aggrovigliati in tratti sottili di pennarello, riccioli e ombelichi, labbra e desideri. Lampi di luce che tagliano un ventre, un viso. Corpi in un abbraccio che affonda nella pelle. Corpi nella nudità che si intravede in un momento a occhi semichiusi. Corpi in una bocca familiare, in una fame comune. Il desiderio selvatico si contorce in un pensiero stupendo che travolge lenzuola e marciapiedi, stropiccia cuscini e rivolta sedie. Attimi d’urgenza, di soddisfazione, ritratti in corpi sacri come templi, adornati di smagliature, rughe, rotondità. I dettagli di un’umanità che non vuole badare troppo ai riflessi del canone, ai modelli imposti come vincenti, si ritrova tra le pagine dell’artista Wally Pain, nom de plume di Luana Belsito, giovane artista straordinaria che ha appena dato alle stampe la graphic novel “Corpi” (Feltrinelli comics).

Un libro che è una raccolta di microstorie visuali, espresse in racconti e disegni che Belsito ha tratteggiato con spregiudicata malizia, trasvolando sui tabù per rivendicare la propria libertà di mostrarsi felice dei propri desideri. Il libro è stato presentato da Giuseppe Bornino e Luca Scornaienchi in anteprima a Cosenza, città natale di Luana – cresciuta a Roggiano Gravina – all’interno di GAIA, la libreria indipendente nel cuore del centro storico del centro bruzio, da tempo anima creativa e pulsante di una città che di queste spinte culturali ha tanto bisogno.

“Corpi” è un viaggio nell’eros della porta accanto e attinge dalla sfera personale dell’autrice che, attraverso i suoi disegni, riflette l’intimo di ogni uomo e donna mostrato nel suo lato scoperto. «Ho sempre avuto dei maestri a cui ho guardato con stima e gratitudine – racconta – ma me ne sono affrancata per inseguire i miei modelli. Posso dire di essere il frutto di una contaminazione in cui il cinema ha un ruolo importante, è qualcosa che si è mescolato e ha fatto di me quella che sono». Un urlo alla definizione del proprio sé, ribelle, asimmetrico e deflagrante, zoppo e sublime. «La bellezza non è qualcosa che è legata solo all’estetica, si riscontra in tanti aspetti. Non ho mai pensato di disegnare corpi che fossero belli. Quando riesci a far pace con qualcosa che non è solo visivo cosa vuoi che sia una taglia in più o in meno…»

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