Calunnia e diffamazione contro un pm di Cosenza, archiviate le accuse contro Cirò
L’udienza davanti al GIP di Roma si è svolta il 3 marzo scorsa presso il tribunale penale di Roma a seguito dell’opposizione della persona offesa alla richiesta di archiviazione fatta del pubblico ministero romano che indagava
Archiviate le accuse di calunnia e diffamazione contro Giuseppe Cirò, ex capo della segretaria dell’allora sindaco di Cosenza Mario Occhiuto. Cirò era stato accusato, insieme ad un avvocato, d’aver calunniato e diffamato un magistrato in servizio presso la Procura della Repubblica di Cosenza. Il magistrato si era rivolto all’autorità giudiziaria della capitale a seguito di esposti al Consiglio superiore della magistratura fatti a suo tempo sia da Cirò che dal co-indagato e di una serie di notizie stampa correlate da fotografie e contenuti di una registrazione di una conversazione in una casa privata. L’udienza davanti al GIP di Roma si è svolta il 3 marzo scorsa presso il tribunale penale di Roma a seguito dell’opposizione della persona offesa alla richiesta di archiviazione fatta del pubblico ministero romano che indagava. Oggi è stato depositato il decreto di archiviazione.
La posizione di Cirò, difeso dall’avvocato Francesco Chiaia, è stata quindi archiviata dal Gip, dott. Savio che ha rilevato come «le notizie di reato siano da ritenersi tutte non utilmente perseguibili perché infondate». Il Giudice ha più volte ripreso le «ragioni espresse dalle Difese delle loro memorie in ordine al fatto che gli esposti erano rivolti a salvaguardare l’Autorità Giudiziaria e le notizie riportate (negli esposti) erano di dominio pubblico e ampiamente documentate come risultava già dagli atti, in primis ammesse proprio dall’ opponente, con riferimento alla frequentazione con persone che sapeva sottoposte ad indagini». In un caso simile Giuseppe Cirò era stato querelato presso la Procura di Salerno dallo stesso magistrato.
Il 7 novembre dello scorso anno il GIP, presso il Tribunale di Salerno aveva archiviato la posizione di Cirò, sempre difeso dall’avvocato Francesco Chiaia, accogliendo parzialmente la richiesta del Pubblico Ministero salernitano, in merito al reato di calunnia (art. 368 c.p.) e ha rimandato gli atti al Pm per il reato di diffamazione (art. 595 c.p.).