martedì,Marzo 19 2024

Castrovillari, 125 ore di assenza dal lavoro: nei guai un dipendente pubblico

L'indagato, secondo quanto accertato dalla procura coordinata dal magistrato Alessandro D'Alessio, si sarebbe recato in un centro commerciale e presso il proprio istituto di credito senza un valido motivo

Castrovillari, 125 ore di assenza dal lavoro: nei guai un dipendente pubblico

I Finanzieri del Comando Provinciale di Cosenza hanno dato esecuzione ad un decreto di sequestro preventivo – emesso dal G.I.P. del Tribunale di Castrovillari su richiesta della Procura della Repubblica coordinata dal magistrato Alessandro D’Alessio – a carico di un dipendente pubblico, in servizio presso un poliambulatorio medico di un Comune della provincia di Cosenza.

Le indagini – dirette dalla Procura della Repubblica di Castrovillari – sono state condotte dalle Fiamme Gialle della Tenenza di Montegiordano ed hanno riguardato ripetute condotte illecite di assenteismo dal servizio, perpetrate dal predetto pubblico dipendente. I Finanzieri hanno ricostruito – nel corso delle giornate di osservazione – numerosi e circostanziati episodi di assenteismo, di illegittimo ed ingiustificato allontanamento dal luogo di lavoro e di falsa attestazione della presenza in servizio, da parte del pubblico dipendente, per un totale di circa 125 ore di servizio, di fatto mai effettuate.

Contravvenendo ai propri doveri, l’indagato, infatti, era solito allontanarsi dall’ufficio senza alcuna valida ragione lavorativa per esigenze di carattere personale, come, ad esempio, per recarsi presso un vicino centro commerciale, il proprio istituto di credito o per rientrare deliberatamente presso la propria abitazione nel corso dell’orario di servizio, sovente permanendovi alcune ore e, talvolta, omettendo l’intero turno pomeridiano di rientro.

All’esito dell’attività investigativa, il G.I.P. ha disposto il sequestro delle somme, indebitamente percepite dal pubblico dipendente – principale indagato -, a titolo di retribuzione, per le prestazioni lavorative non effettivamente svolte, mentre altri sei soggetti, a vario titolo protagonisti delle condotte sopra descritte, risultano allo stato indagati a piede libero. I delitti contestati sono quelli di “truffa aggravata ai danni dello Stato” e di “fraudolenta attestazione della presenza in servizio”, reato che comporta, tra l’altro, il licenziamento per giusta causa per i responsabili delle condotte assenteistiche. Si rappresenta che per il principio della presunzione di innocenza la colpevolezza delle persone sottoposte ad indagine in relazione alla vicenda sarà definitivamente accertata solo ove intervenga sentenza irrevocabile di condanna.

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