Le difese: «Pentiti inattendibili sulle condotte di Frassanito e Porco»
Gli avvocati difensori hanno ribaltato l'assunto accusatorio evidenziando come i collaboratori di giustizia abbiano riferito nel corso del processo di circostanze contradditorie e non credibili
Tempo di discussioni difensive nel processo contro le presunte talpe in carcere dei clan cosentini. La Dda di Catanzaro, nella precedente udienza, aveva chiesto pesanti condanne per Luigi Frassanito e Giovanni Porco, due agenti penitenziari in servizio prima del blitz nella casa circondariale di Cosenza. Nella seduta processuale di oggi, giovedì 30 marzo 2023, gli avvocati difensori degli imputati hanno esposto al collegio giudicante le loro argomentazioni, ribaltando l’assunto accusatorio.
I penalisti Cristian Cristiano e Santo Orrico, per la posizione di Giovanni Porco, e i penalisti Filippo Cinnante e Gaetano Maria Bernaudo, per la posizione di Luigi Frassanito, hanno evidenziato come i collaboratori di giustizia sentiti nel processo non abbiano fornito la prova della presunta colpevolezza dei due imputati. I legali, altresì, hanno smontato punto dopo punto tutte le dichiarazioni rese in aula dai collaboratori di giustizia, arrivando alla conclusione che tutti sono inattendibili in quanto contradditori nella ricostruzione dei fatti prospettati dalla Dda di Catanzaro.
Gli avvocati inoltre hanno valorizzato le testimonianze dei colleghi di Frassanito e Porco, i quali hanno spiegato cosa avveniva nel carcere di Cosenza, allorquando un indagato, destinatario di misura cautelare, veniva tradotto in cella. Testimonianze che hanno dunque ripercorso le fasi preparatorie all’ingresso nell’istituto penitenziario di Cosenza, nonché le dinamiche interne, specificando come non fosse possibile introdurre materiale non autorizzato come alcolici, droga e altri oggetti. La sentenza arriverà nel prossimo mese di maggio.