venerdì,Aprile 19 2024

Tomba scoperta a Sibari, il direttore del Parco archeologico: «Un evento internazionale»

Filippo Demma ha sottolineato come questa sia la prima volta nella storia calabrese che si potrà assistere alle operazioni di studio su un reperto di questa importanza

Tomba scoperta a Sibari, il direttore del Parco archeologico: «Un evento internazionale»

Rinvenuta una tomba risalente verosimilmente al IV secolo avanti Cristo riconosciuta in un’area storicamente ricadente nella necropoli di Thurii (zona Favella), la colonia panellienica nata nel V secolo a.C. nei pressi del sito della più antica Sibari.

Gli studi che saranno effettuati nel laboratorio del Parco prevedono quattro fasi: un’antropologa effettuerà il micro scavo della sepoltura, con il quale ci si aspetta di trovare frammenti mancanti della laminetta orfica o altri esemplari interi, mentre contestualmente avverrà il restauro della copertura della tomba e del corredo che man mano potrà ancora venire alla luce.

In una terza postazione con l’ausilio di un microscopio elettronico e di uno scanner tridimensionale avranno luogo le prime indagini archeometriche che potranno restituire interessanti dati sul defunto, molto probabilmente donna, sui rituali con i quali è stato sepolto, sugli eventuali residui di contenuto dei vasi di corredo, sulle terre di copertura, sulla provenienza dell’oro impiegato per le laminette. Attraverso questo dettagliato lavoro si potrà risalire al sesso, all’età al momento della morte, un’idea della provenienza geografica, eventuali patologie, lo stato nutrizionale, demografia e altre caratteristiche della popolazione di appartenenza.

Ieri, in mattinata, si è tenuto un incontro con la stampa alla presenza delle autorità civili e militari, di rappresentanti del Ministero dei Beni Culturali, dell’assessore regionale allo sviluppo economico Rosario Varì, del direttore del Parco Filippo Demma, della Soprintendente delle Belle Arti e Paesaggio di Cosenza Paola Aurino, di Fabrizio Sudano già Soprintendente a Cosenza a Reggio e Vibo, mentre in serata si è tenuta una conferenza per illustrare nei singoli dettagli ogni reperto rinvenuto.

«Si tratta di una grande iniziativa di archeologia pubblica – ha affermato il direttore Demma – chiunque potrà assistere al rilevamento del dato scientifico e questo avviene per la prima volta nella storia calabrese».  La rilevanza dell’evento «può avere una portata di livello internazionale», continua Demma, il quale sottolinea come per la prima volta «si possa scavare un defunto che porta una laminetta di questo tipo in maniera scientifica, gli altri rinvenimenti sono tutti risalenti alla seconda metà dell’Ottocento. Sono in indagini che non si sono mai potute fare su una sepoltura del genere perché non sono mai state recuperate in tempi recenti», ha poi concluso. 

A margine dell’incontro il caposegreteria Vito Maria Rosario D’Adamo in rappresentanza del sottosegretario di Stato alla Cultura Lucia Borgonzoni si rivolge agli operatori turistici invitandoli a collaborare affinché si possa creare quel giusto indotto e rilancio dell’intera area. Uno dei punti nodali è intercettare nuovi flussi tali da convincere l’imprenditoria locale a investire nel settore degli insediamenti ricettivi e muovere economia: «Se il Parco riuscirà a dare una continuità di presenza durante i 360 giorni dell’anno i primi effetti, anche occupazionali, si inizieranno a vedere».

L’assessore Varì si è soffermato sull’importanza dell’evento che potrà tradursi in un processo di «valorizzazione del sito di Sibari» su vasta scala: «Per la prima volta invece di effettuare un restauro in alcune stanze chiuse il tutto avviene alla presenza del pubblico e i flussi potranno aumentare.  Mi pare un’operazione strategica di estremo interesse».