Cosenza, sit-in davanti alla sede dell’Asp con il papà di Eugenio Plastina: «Giustizia» | FOTO – VIDEO
Attivisti de La Base hanno appeso uno striscione dal forte contenuto: “Voi contate i soldi, noi i morti. Dignità e giustizia per i calabresi”
Sit-in questo pomeriggio a Via Alimena davanti alla sede dell’Asp di Cosenza. Attivisti de “La Base” e semplici cittadini hanno protestato contro la malasanità, partendo dal recente caso di Eugenio Plastina. Si tratta del trentenne morto a Corigliano Rossano, dimesso dopo il ricovero dal Pronto Soccorso e morto attendendo un’ambulanza attrezzata che avrebbe dovuto portarlo nel capoluogo bruzio. Il padre Carlo ha portato la sua straziante testimonianza.
«Come ha risposto l’Azienda Sanitaria Provinciale a questa ennesima tragedia? Con il silenzio e con immediati giochi politici, mostrando la sua colpevolezza e il suo disinteresse verso la vita e la salute dei cittadini e delle cittadine» dicono i manifestanti. Sullo striscione di rappresentanza una frase forte: “Voi contate i soldi, noi i morti. Dignità e giustizia per i calabresi”. Sono state lanciate a terra delle finte banconote imbrattate con dello spray rosso a simboleggiare i soldi sporchi di sangue, ma non mancavano le t-shirt che invocavano “Giustizia per Eugenio Plastina”.
Carlo Plastina, il padre di Eugenio, ha il cuore colmo di dolore. «Urliamo, senza forza ma con toni pacati, la nostra richiesta di verità. Vogliamo sapere di chi siano le responsabilità e pretendiamo che venga fuori la verità. Mio figlio – racconta – aveva fatto le analisi a dicembre e risultava sano. Il tutto nasce da una pulizia dentaria eseguita da un odontoiatra. Gli sono stati somministrati, a causa di un dolore al dente, degli antibiotici che poi si sono dimostrati inefficaci. Non erano state infatti valutate le dimensioni di mio figlio».
«Sofferente – spiega ancora – è stato accompagnato da noi al Pronto Soccorso di Corigliano dove si è sottoposto ad altre analisi. Alle 2 di notte il medico mi ha detto che potevo riportarlo a casa, ma io ho chiesto di farlo restare in osservazione vedendo il suo viso per nulla sereno. Così è stato dimesso alle 7.30».
La tragedia la mattina seguente. «Lo abbiamo trasportato al pronto soccorso di Rossano dove, da un consulto con l’otorino, è emersa l’urgente necessità di un trasferimento a Cosenza. In in attesa che giungesse l’ambulanza giusta – racconta papà Carlo – Eugenio è morto. È morto con il pus nei polmoni per la negligenza, la superficialità e per il mancato rispetto dei malati».
Caterina Falanga spiega che «La Base sostiene la famiglia Plastina». «Ha avuto il coraggio e l’altruismo di denunciare la morte del proprio figlio ed è giusto che conosca la verità – dice -. Ma è anche giusto che la morte di Eugenio non resti vana: nessuno più deve perdere la vita per una banalità come un ascesso dentario».
«Sia per Eugenio che per Marta, morta a Corigliano a 17 anni, ci sono responsabilità politiche rispetto ad un sistema sanitario totalmente inefficiente. La nostra – chiude l’attivista – è una regione in ostaggio della logica del tetto di spesa che sta producendo solo negazione al diritto alla salute. Se ci fosse stato l’ospedale della Sibaritide, non ci sarebbe stato un morto un più in attesa di doversi trasferire a Cosenza. È questo che produce vittime: i tagli sulla nostra vita e il continuo dirottare i fondi verso i privati».