domenica,Settembre 8 2024

Quel barbone del Barbò ne ha fatta un’altra delle sue. Quei giovani che tornano in Calabria e si inventano un lavoro

Ora per la settimana di Pasqua, Salvatore “BarBò” ne ha inventato un’altra delle sue: ha tirato fuori l’antica ricetta dei ‘muccellati’, tipici dolci silani del periodo pasquale

Quel barbone del Barbò ne ha fatta un’altra delle sue. Quei giovani che tornano in Calabria e si inventano un lavoro

Ricordate la storia di quel giovane che faceva il capo cantiere in terra lombarda ed è tornato nella sua terra d’origine? A Salvatore Bonasso il lavoro non mancava, la sua formazione tecnica lo portava da un cantiere all’altro. Ma come tutti i calabresi emigrati, il ritorno in Calabria rimane sempre un desiderio profondo. 

Dopo alcuni anni, il desiderio di Salvatore si materializza quando il papà decide di andare in pensione dalla sua piccola rivendita di tabacchi. Salvatore così abbandona Milano e rientra nell’amata San Giovanni in Fiore. Rivoluziona l’attività del papà, si prepara, studia, si aggiorna e mette in vita “BarBò“, un laboratorio con un piccolo e suggestivo bar. Con un obiettivo fondamentale: riscoprire gli antichi dolci della tradizione silana. Così lo scorso Natale si inventa i cornetti alla “pitta mpigliata“. L’idea è originale e fa centro. È subito curiosità, interesse e successo. Sono seguiti tanti altri gusti, sempre alla scoperta degli antichi sapori, quelli ormai dimenticati.

Ora per la settimana di Pasqua, Salvatore “BarBò” ne ha inventato un’altra delle sue: ha tirato fuori l’antica ricetta dei “muccellati“, tipici dolci silani del periodo pasquale. E così nascono i cornetti ai “muccellati“.  Gustosi e originali. Anche qui la curiosità è tanta.

Salvatore ci spiega com’è nata questa sua nuova creatura: “il cornetto al ‘Muccellato” è diventato il 72 esimo gusto di BarBò, nasce ideologicamente dalla ricetta tradizionale del Muccellato: latte, uova zucchero, farina, anice. Con questi ingredienti, a parte l’anice, si prepara la crema pasticcera, rigorosamente, fatta fresca ogni mattina. Quindi ho provato ad amalgamare la crema con un mix di anice verde, anice stellato e anice nero silano (“ananzu“), per dare un gusto fresco al palato, deciso ma allo stesso tempo delicato”.

Cosa insegna la storia di questo ragazzo lo dice lui stesso: «in Calabria ci sono tante opportunità, tante occasioni di lavoro e tante possibilità di fare impresa, una piccola impresa ma sufficiente per chi vuole mettersi in proprio. Tutto questo è sotto i nostri occhi, basta solo crederci. Io c’ho creduto e sta andando bene».

In Calabria si può vivere e si può ‘inventare’ un lavoro. Ma quello che tutti chiedono non sono tanto soldi e finanziamenti (che pure sono importanti), ma che la pubblica amministrazione non crei ostacoli a questi ragazzi, non si presenti con la sua elefantiaca burocrazia, non faccia perdere mesi e mesi di tempo. Diamo fiducia a questi giovani, sosteniamoli nel realizzare i loro progetti. La Calabria ha un disperato bisogno che tanti suoi figli tornino nella loro terra. E ne hanno bisogno anche loro. 

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