Turboli: «Anche mio fratello Alberto prendeva la droga da Porcaro»
Il pentito parla degli incontri alla "fruttivendola" di piazza Loreto e dei presunti accordi illeciti con l'esponente del clan "Lanzino" di Cosenza
Il pentito Danilo Turboli, parlando con la Dda di Catanzaro, ha raccontato anche del rapporto con il fratello Alberto, imputato in “Testa di Serpente” e indagato in “Reset“. Ai magistrati antimafia della Dda di Catanzaro, il collaboratore di giustizia ha chiarito le circostanze e i contatti intercorsi tra il fratello e Roberto Porcaro. Turboli, però, ha indicato anche le presunte condotte illecite della cognata, Rosetta Falvo, moglie di Alberto Turboli.
«In merito al rapporto mio e di mio fratello Alberto Turboli con Roberto Porcaro, voglio rappresentare che, come ho già riferito, il mio rapporto con Porcaro inizia nel 2015 quando, uscito dal carcere, Porcaro mi chiedeva di collaborare con lui nello spaccio di sostanze stupefacenti e nel compimento di atti intimidatori ed azioni estorsive» dichiara il pentito Danilo Turboli. «Mio fratello acquistava sostanze stupefacenti da Porcaro per poi rivederla ad altri spacciatori o consumatori finali. Voglio precisare che a differenza mia, che acquistavo sia droga pesante che droga leggera da Porcaro, mio fratello acquistava prevalentemente hashish e marijuana» aggiunge Danilo Turboli. «Voglio anche puntualizzare che, a differenzia mia, che ero vincolato ad acquistare sostanza stupefacente da Roberto Porcaro, mio fratello poteva acquistarla anche da altri fornitori».
La “fruttivendola” di piazza Loreto
Il collaboratore di giustizia spiega anche gli incontri in piazza Loreto a Cosenza. Incontri, quelli con Roberto Porcaro, immortalati da una telecamera piazzata dalla Dda di Catanzaro nell’ambito dell’operazione “Testa di Serpente“. «Per come mi chiedete in ordine ai numerosi incontri avvenuti tra Roberto Porcaro e mio fratello Alberto di piazza Loreto a Cosenza, che era gestita da mio fratello, confermo che, effettivamente, Porcaro si recava spesso alla “fruttivendola” e che, in alcune occasioni, dava appuntamento anche ad altre persone presso la bancarella di mio fratello. Non ho assistito quasi mai a quesi incontri in quanto ero a conoscenza del fatto che nei pressi di piazza Loreto era installato un impianto di videosorveglianza che monitorava la zona dove era ubicata la bancarella e, per prudenza, preferivo non farmi vedere assieme a loro».