Il presidente dell’Inps Tridico all’Unical: «Le pensioni dei giovani sono a rischio» | VIDEO
L'economista calabrese è stato ospite dell'ateneo di Arcavacata, dove ha presentato il libro scritto assieme al giornalista del Corriere della Sera Marro
I bassi salari di oggi, determineranno domani pensioni inadeguate mettendo a rischio la sostenibilità del sistema previdenziale italiano. Una legittima preoccupazione che agita pure i sonni del Governo, costretto a mantenere in vigore la Riforma Fornero per evitare già oggi il collasso dei conti pubblici. Le politiche del lavoro si intrecciano con il declino demografico del Paese, alimentando numerosi interrogativi sulla tenuta del patto generazionale. Una materia vasta e complessa su cui si è misurato anche il presidente nazionale dell’Inps, il calabrese Pasquale Tridico, in una pubblicazione redatta insieme al giornalista del Corsera Enrico Marro, edita da Solferino e presentata nell’Aula Caldora dell’Università della Calabria nel corso di un dibattito aperto ad economisti, rappresentanti istituzionali, sindacalisti.
Tridico cerca di sovvertire il paradigma, invitando a focalizzare l’attenzione soprattutto sul tasso occupazionale perché, spiega, «il sistema contributivo funziona benissimo. A patto che le persone nell’arco della loro vita lavorino in maniera continuativa. Chi lavora avrà una pensione, chi non lavora oggi ha il problema della mancanza di un sostentamento, domani avrà il problema della pensione. Secondo me – sostiene ancora Tridico – bisognerebbe concentrare l’attenzione e gli investimenti per garantire una continuità salariale e quindi contributiva». C’è poi anche chi ha il lavoro, ma a nero o sottopagato, e quindi con una contribuzione scarsa o addirittura nulla: «Questa è una grave piaga per l’Italia. Una piaga non da Paese del G7, ma da Paese in via di sviluppo. È inaccettabile avere in tutta la penisola tre milioni e duecentomila lavoratori in nero e 100 miliardi di evasione. Certo, i dati sono in leggero calo, segnale che sul piano dei controlli qualcosa è stata attivata. E però le statistiche ci restituiscono ancora delle cifre da terzo mondo».
Il Mezzogiorno, con la sua scarsa produttività, l’alto tasso di disoccupazione e gli stipendi al di sotto della media nazionale, è l’area in cui la problematica è destinata a manifestare le ripercussioni più gravi. «La Questione meridionale ancora esiste purtroppo – ammette Tridico – I nostri giovani sono disposti a lavorare, infatti vanno al Nord o all’estero, alimentando il sistema pensionistico di altre nazioni. Non c’è un problema di offerta, ma di domanda di lavoro, cioè di assorbimento di capacità, di capitale umano che si forma, che va risolto appunto tramite investimenti».
Coordinata dal giornalista Marco Innocente Furina e introdotta dal saluto di Massimo Costabile, direttore del dipartimento universitario di economia, statistica e finanza, l’iniziativa ha registrato anche la partecipazione del governatore Roberto Occhiuto, che ha annunciato la previsione di una percentuale riservata ai precari della Regione nei concorsi banditi dall’amministrazione di Germaneto, «tenendo fede – ha sostenuto Occhiuto – all’impegno assunto di asciugare i bacini di tirocinanti ed altre figure destinatarie di sussidi, alimentati in passato da scelte politiche forse orientate più ad intercettare un consenso che a seguire un percorso di giustizia sociale. La Regione ha disincagliato numerose procedure concorsuali anche con l’obiettivo di offrire ai calabresi l’opportunità di rimanere a lavorare nella loro terra».
Sono inoltre intervenuti, tra gli altri, il presidente di Unindustria Calabria Aldo Ferrara, il segretario regionale della Cgil Angelo Sposato, i docenti di politica economica ed economia industriale Francesco Aiello e Valeria Pupo. Da segnalare la presenza in sala del Prefetto Vittoria Ciaramella e dell’eurodeputata Laura Ferrara.