La relazione della Dia: «Ecco quali sono le cosche attive in provincia di Cosenza»
Gli investigatori antimafia parlano soprattutto degli Abbruzzese di Cassano allo Ionio, dominanti nel territorio della Sibaritide
La nuova relazione della Dia – semestre gennaio-giugno 2023 – non si discosta dagli anni precedenti. Gli investigatori antimafia ripercorrono le indagini svolte in provincia di Cosenza sia in ambito distrettuale che in ambito ordinario, menzionando le cosche della ‘ndrangheta cosentina che sarebbero attive sul territorio.
«Nel territorio cosentino sarebbe confermata la presenza e l’operatività delle cosche Lanzino-Patitucci, Perna-Cicero, nonché di quelle degli Abbruzzese, Rango-zingari, rappresentata da eredi della cosca Bruni e degli zingari. Gli interessi criminali nell’area sono sempre rivolti alle tradizionali attività illecite
quali le estorsioni, l’usura, i traffici di droga e nel campo degli appalti spesso ricorrendo a
funzionali collusioni con il mondo politico-amministrativo. Il 14 marzo 2022, i carabinieri di
Cosenza hanno eseguito a Rende un’ordinanza di custodia cautelare a carico di 10 soggetti».
«L’inchiesta denominata “Macchine in Fumo”, oltre ad accertare una serie di estorsioni, ha disarticolato un gruppo operante nel settore degli stupefacenti (prevalentemente hashish) con i relativi canali di approvvigionamento e di spaccio al minuto. Il 31 marzo 2022, i Carabinieri di Corigliano-Rossano e del Comando Carabinieri Tutela Lavoro hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare in carcere a carico di 15 soggetti ritenuti responsabili di “intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro, minacce ed estorsione”, con il contestuale sequestro di talune aziende operanti nel settore agricolo e di mezzi strumentali per un valore complessivo di 15 milioni di euro».
«L’indagine, che ha interessato le provincie di Cosenza, Crotone e Matera, ha consentito di documentare altresì la diffusione del fenomeno del cosiddetto “caporalato”. Il 17 maggio 2022, i Carabinieri di Corigliano Rossano hanno altresì dato esecuzione a un ordine di carcerazione, emesso dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Castrovillari, a carico di 2 soggetti responsabili condannati per estorsione e associazione per delinquere di tipo mafioso, entrambi “vicini” a esponenti del locale di Corigliano».
«Il successivo 31 maggio i Carabinieri di Cassano allo Ionio hanno eseguito un’ordinanza di custodia
cautelare in carcere a carico di 2 soggetti per associazione di tipo mafioso e tentata estorsione.
Nella zona tirrenica della provincia risulterebbero tuttora attivi i clan Valente-Stummo a Scalea e, nell’area di Paola, dei Martello-Scofano-Ditto, contrapposti ai Serpa, nonché dei Rango-zingari di Cosenza. Ad Amantea, invece, sarebbero operative le famiglie Besaldo, Gentile ed Africano, mentre a Cetraro i Muto risulterebbero particolarmente attivi nel traffico di sostanze stupefacenti».
Sul versante jonico cosentino, compreso tra la Sibaritide e Scanzano Jonico (MT), permane
l’egemonia a Cassano allo Ionio degli Abbruzzese e i Forastefano-Portoraro-Faillace, mentre a Rossano si conferma l’operatività dei Galluzzi-Acri-Morfò. Nella medesima area altri gruppi minori risulterebbero dediti prevalentemente al traffico di stupefacenti e alle estorsioni commesse, in particolare, in danno di attività commerciali e imprenditoriali nel settore turistico».