Pd Rende: «25 aprile fondamentale in un momento di incertezza e recessione morale»
La segretaria di circolo Artese: «Il Partito Democratico appare oggi più unito nel nome del cambiamento e della responsabilità civile. Alle future generazioni, dunque insegniamo cosa significa non essere mai indifferenti alle ingiustizie»
«La Liberazione che si celebra in tutta Italia, segna per la storia del nostro paese una netta cesura tra un regime totalitario, quello fascista, e la nascita della Repubblica democratica, pluralista, egualitaria.
La storia del nostro partito è sempre stata guidata da quei principi di giustizia sociale, dagli ideali dei partigiani che pagarono, spesso a caro prezzo, l’adesione ai principi morali della equità e della libertà. Anche oggi è alto il rischio di derive totalitarie e di rottura della solidarietà sociale». Lo sostiene la segretaria del circolo Pd di Rende Annamaria Artese.
«Assistiamo – evidenzia ancora – allo sfruttamento delle categorie più fragili, all’inasprirsi delle condizione di sfruttamento per i lavoratori. Viviamo un momento di grande incertezza e assistiamo a una recessione non solo economica, ma morale. È perciò nostro dovere trarre ispirazione dall’esempio e dal coraggio di questi martiri ed essere di nuovo i partigiani del nostro tempo. Il Partito Democratico appare oggi più unito nel nome del cambiamento e della responsabilità civile. Alle future generazioni, dunque insegniamo cosa significa non essere mai indifferenti alle ingiustizie, ma essere sempre pronti a farci carico delle sorti collettive, contro tutti i regimi oppressivi.
La segretaria del Pd di Rende, cita allora l’ex membro dell’Assemblea Costituente della Repubblica italiana. «Allora – conclude Artese – tornano di stringente attualità le parole di Fausto Gullo, padre costituente, fedele sino alla morte agli ideali rivoluzionari che lo portarono sin da giovane a lottare per gli oppressi: “E in questa catena di avvenimenti, l’Italia, il nostro Paese che si rialza dal baratro profondo in cui l’avevano precipitata la barbarie fascista e la tragedia della guerra perduta; l’Italia che risorge e riprende il suo cammino per volontà e per opera soprattutto di quelli tra i suoi figli che guardano alla rivoluzione socialista e alle sue realizzazione come alla meta agognata. È stato il loro entusiasmo, è stata la loro fede che è han dato all’Italia le forze nuove per il suo secondo ri-sorgimento; al quale non certo hanno concorso né concorrono i pro-Attatori di sempre, tremanti di paura per il peculio in pericolo e per le temute sanzioni riparatrici, o gli eroi della sesta giornata, mal drizzati sulla docile schiena adusata all’inchino servile”.