Cosenza, sui nidi di cicogna bianca “veglia” la polizia provinciale
Dopo un'interlocuzione con la Lipu è stata pianificata una serie di attività di controllo dei siti riproduttivi presenti in provincia
Gli uomini della polizia provinciale di Cosenza, su disposizione del comandante Rosario Marano, hanno avviato una serie di attività programmate di sorveglianza nei siti riproduttivi della cicogna bianca situati in alcune aree vallive della provincia.
Le interlocuzioni tra Roberto Santopaolo – delegato della Lipu (Lega italiana protezione uccelli) di Rende e l’assistente Gianluca Congi della polizia provinciale hanno poi consentito di fornire un quadro esaustivo al comandante che ha disposto sin da subito tutti i necessari controlli volti a prevenire e reprimere atti di bracconaggio e di potenziale disturbo ai nidi nella delicata fase di riproduzione.
Sono state pianificate delle pattuglie dedicate a tali attività, che stanno proseguendo il controllo sistematico di tutti i siti di nidificazione ubicati nella valle del Crati e nell’area della Sibaritide. Le attività di sorveglianza dei nidi e della specie da parte della Polizia Provinciale di Cosenza proseguiranno per tutto il tempo necessario, con la finalità di tutelare questa preziosissima specie all’interno dei siti di nidificazione della vasta provincia cosentina.
La sezione provinciale Lipu di Rende sta portando avanti dal 2003 un progetto denominato “Cicogna bianca Calabria”, finalizzato a favorirne il ritorno e la nidificazione in Calabria attraverso l’apposizione di nidi artificiali sui pali e tralicci di e-distribuzione.
La Cicogna bianca è una specie protetta da una serie di norme nazionali e internazionali, perché a rischio. Alcune minacce e disturbi potrebbero arrivare ad esempio dal sorvolo di droni a pochi metri dal nido, perché in questi casi la coppia potrebbe abbandonare il sito o addirittura indurre i piccoli nati a buttarsi giù nel vuoto per lo spavento, come già accaduto negli anni passati. I piccoli, una volta a terra, non essendo ancora in grado di volare, non riescono più a portarsi all’interno del nido e quindi sono oggetto di predazione da parte di animali selvatici o dell’uomo stesso. Un danno enorme per una specie che sta cercando di ritornare a nidificare in Calabria dopo un’assenza di oltre 500 anni,