venerdì,Marzo 29 2024

Uccide sua figlia e l’amante della moglie, poi condivide il video su Whatsapp

Raptus di follia di un panettiere in provincia di Foggia, i carabinieri indagano anche su chi abbia poi divulgato il filmato dell'orrore in internet

Uccide sua figlia e l’amante della moglie, poi condivide il video su Whatsapp

«Non ti uccido perché devi sopravvivere e provare tutto il dolore che hai causato a me». Sono queste le parole agghiaccianti che Taulant Malaj ha rivolto sua moglie Tefta di 39 anni, dopo averla ferita a coltellate. In precedenza, l’uomo all’acme della follia, aveva ucciso l’uomo che riteneva essere l’amante della donna, il 51enne Massimo De Santis e, come se non bastasse, aveva rivolto la lama contro la propria figlia sedicenne, Gessica, uccidendo anche lei.

E’ il tragico bilancio del duplice omicidio di Torremaggiore, in provincia di Foggia, che vede responsabile un panettiere albanese di 51 anni. La moglie è ferita ma non è in pericolo di vita, unica superstite della strage insieme all’altro figlioletto di appena cinque anni. E’ verosimile che l’uomo non avesse intenzione di uccidere anche la figlia sedicenne. «Dov’è Gessica?» ha chiesto ai carabinieri subito dopo l’arresto. Nel suo deliquio, è possibile che l’abbia scambiata per Tefta.

Ad aggiungere ulteriore orrore al dramma è anche il video che l’assassino ha girato subito dopo aver eseguito gli omicidi. Un filmato che ha condiviso con alcuni suoi conoscenti su Whatsapp. Sconcertante è il fatto che in seguito il video abbia fatto il giro del web. A tal proposito sono in corso le indagini per identificare chi lo abbia divulgato. Nel filmano si vede il corpo esanime di De Santis, quindi la 16enne in fin di vita e la moglie in stato di semincoscienza.

Quest’ulteriore coda desolante ha costretto i carabinieri a divulgare un messaggio alla popolazione: «Si fa appello al senso di responsabilità dei cittadini – si legge nel testo – invitandoli, in ragione della tragedia familiare, a non divulgare ulteriormente video e/o immagini macabre e inappropriate, soprattutto nel rispetto dei familiari».