Ziccarelli: «La legge di fusione sulla città unica scritta da cinque amici al bar»
L'assessore al comune di Rende, che è anche segretario cittadino di Italia Viva, sostiene che il tentativo in atto alla Regione non sia democratico
«Io ho il massimo rispetto per le Istituzioni e per chi le rappresenta, ma cinque amici non si possono incontrare, magari in un bar, e decidere di fare con una legge Regionale, la città unica fra Cosenza, Rende e Castrolibero». Sono parole dell’assessore di Rende Domenico Ziccarelli, che è anche segretario cittadino di Italia Viva.
A suo avviso quanto sta accadendo in Regione avviene «senza coinvolgere i sindaci, i consiglieri comunali, le associazioni di categoria e chiunque rappresenti legittimi interessi. Senza stabilire il percorso, senza avere contezza dei debiti delle singole amministrazioni e dei rispettivi patrimoni. Senza coinvolgere il comune di Montalto, anche esso da decenni parte integrante di questa grande area urbana».
«Ma la cosa più grave – spiega ancora Ziccarelli – è quella dal tenere fuori dal percorso di fusione i cittadini dei singoli municipi e non dare a loro il diritto sacrosanto di decidere del proprio futuro. Tante sono le cose che potrei scrivere, dal nome da dare alla nuova città e a quale Santo Patrono affidarci. Io da sempre sono convinto che la mostra area urbana sia la più fiorente della Calabria, e che le singole peculiarità potrebbero essere la forza dell’Unione, ma non è questa la partenza.
«Non si possono unire uomini e donne, storie e tradizioni, modelli amministrativi per decreto. Mi auguro – chiude Ziccarelli – che si riveda il testo, si partì con l’unificazione dei servizi e negli anni che verranno si compì un percorso di condivisione. Questa è democrazia, se così non sarà, sarò dalla di chi farà le barricate, ma non per campanilismo ma per il fatto del mancato rispetto di chi poi la dovrà portare avanti, i mie concittadini».