giovedì,Marzo 28 2024

Comune di Rende, Eugenio Aceto (Fi) propone un governo di scopo fino alla scadenza naturale della consiliatura

Il consigliere comunale è convinto che il commissariamento, causato dalle dimissioni in blocco, non farebbe bene alla città: «Bloccherebbe ogni iniziativa e attività. Dopo l'abolizione della sessione autunnale, voteremmo comunque in primavera»

Comune di Rende, Eugenio Aceto (Fi) propone un governo di scopo fino alla scadenza naturale della consiliatura

«La situazione politico amministrativa della nostra città impone delle riflessioni molto delicate ed oggettive. Leggo troppi slogan elettorali che non fanno valutazioni obiettive a favore della città e dei cittadini ma unicamente personalistiche. Ogni tipo di scioglimento che sia per dimissioni o per intervento del governo con conseguente nomina di un commissario non farebbe altro che aggravare la situazione già di per sé difficile, una gestione che volge naturalmente al termine e dalla quale abbiamo preso le distanze per i più disparati motivi, gli stessi per cui non abbiamo aderito alla minoranza. Così il consigliere comunale Angelo Aceto in merito alla situazione del Comune di Rende, dopo la condanna e la conseguente sospensione dalla carica di sindaco di Marcello Manna.

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«La nostra visione di città é rivolta alla centralità di chi la vive e non di chi la amministra o vorrebbe amministrarla. Un commissario significherebbe bloccare ogni iniziativa e attività, dai lavori pubblici alle iniziative territoriali come eventi culturali , le politiche volte alla valorizzazione delle tante attività insistenti sul territorio, Psc, manutenzione ordinaria, i tributi che ritornerebbero alle aliquote massime, i rifiuti, la gestione degli uffici comunali che sono il primo accesso del cittadino, che già ad oggi, per carenza di personale, stentano a dare risposte, che come già vissuto su Rende attuerebbe una politica esclusivamente tecnica e ingessante. Bisogna poi sgombrare il campo “elezioni anticipate” che tutti preferiremmo, ma il governo ha soppresso le sessioni di voto autunnale, il che significherebbe che se si votasse la sfiducia si andrebbe comunque al voto la prossima primavera quindi a scadenza naturale nel 2024, mentre nel caso dello scioglimento dal Viminale, si voterebbe non prima di 18 mesi, credo che in nessun caso farebbe bene un commissariamento alla città».

«Alla luce di quanto detto, ritengo che bisognerebbe, più che chiedere le dimissioni, a meno che non subentri lo scioglimento governativo, collaborare amministrativamente nell’esclusivo interesse di coloro i quali vivono il nostro territorio. Una sorta di governo di scopo dalle ampie visioni, capace di preparare il terreno alla futura governance della città. Renderci, coloro i quali non ci ritroviamo in linea con l’attuale amministrazione, portatori degli interessi della collettività e far sentire la nostra voce intraprendendo iniziative amministrative. Vorrei infatti evitare che si venisse fagocitati dalla fusione essendo in questo momento i più deboli politicamente nello scenario dell’area urbana», conclude il consigliere Aceto