Città unica, Ciacco: «Dal centrodestra calabrese solo menzogne»
Si infiamma il dibattito sulla fusione. Il consigliere comunale di Cosenza: «Perché andate avanti anche se tutti stanno manifestando la loro contrarietà?»
«Qualcuno si è stizzito, perché io ho denunciato, urlandolo, un incendiario ritorno al fascismo. A me, sinceramente, dispiace urtare l’altrui suscettibilità. So bene che, essere fascista, è un brutto marchio ed essere etichettati, come fascisti, è grave motivo di vergogna. Però, c’è un però». Esordisce così in una nota il consigliere comunale di Cosenza Giuseppe Ciacco.
«Il 28 ottobre del 1928 il capo del partito fascista, Benito Mussolini, d’imperio, manu militari, ha sciolto 823 Consigli comunali a lui ostili – continua –. Il 22 maggio del 2023 il centro destra calabrese, in Consiglio regionale, ha approvato una legge che consente, d’imperio, manu militari, di sciogliere, attraverso l’acido della fusione, i Consigli comunali ostili alla maggioranza di governo. Cioè a dire, tra la legge del 1928 di Benito Mussolini e la legge del 2023 del centro destra calabrese intercorre una relazione di perfetta identità ontologica».
«E la legge del 1928 – prosegue – è stata inclusa dalla storiografia mondiale, anzi dalla storiografia planetaria, nell’elenco delle “leggi fascistissime (cfr, ex multis, Stuart J. Woolf). E le “leggi fascistissime” identificano quel compendio di norme giuridiche, che hanno sancito la barbara liquidazione e il selvaggio smantellamento delle prerogative democratiche del Paese, culminati, poi nel 1939, con l’eliminazione di ogni parvenza di suffragio popolare (cfr, ex multis, Renzo De Felice)».
«Tutto questo racconta, inoppugnabilmente, la storia – afferma ancora Ciacco –. Sta di fatto che la legge, approvata l’altro giorno, dal centro destra calabrese rapina, i Consigli Comunali interessati, di ogni prerogativa decisionale in materia di fusione dei Comuni amministrati; scippa alle popolazioni interessate ogni prerogativa di autodeterminazione: è possibile fondere i Comuni anche contro la volontà delle popolazioni interessate; eleva, in una becera logica autoritaria e dittatoriale, non già il Consiglio regionale, bensì la sola maggioranza di turno, a unico organo decisorio».
«Tutto questo racconta, inoppugnabilmente, la cronaca – aggiunge –. E, allora, tra la “fascistissima” legge del 1928 di Benito Mussolini e la legge del 2023 del centro destra calabrese intercorre una relazione di perfetta identità ontologica. Cosicché, al di là dei formalismi linguistici, sui quali si può anche arzigogolare, la sostanza delle cose, quella è, e, quella, maledettamente rimane. E, allora, denunciare, a squarcia gola, il ritorno al nefasto ventennio fascista, è, per davvero e a ragion veduta, una pratica, autenticamente e tristemente, modaiola. Perché, nell’ora grave che volge, il putrido rigurgito fascista si eleva forsennatamente (cfr, ex multis, il decreto no rave, i decreti Piantedosi, il disegno di legge Calderoli sull’autonomia differenziata; la legge della maggioranza di centro destra del Consiglio regionale della Calabria del 22 maggio 2023 sul procedimento di fusione dei Comuni)».
«E, tuttavia – va avanti Ciacco –, io voglio illudermi che sia, ancora, possibile mantenere un filo di interlocuzione dialettica. Bene. E, coerentemente, pongo al centro destra calabrese, qualche punto di domanda. Ma, se “la modifica alla legge regionale non cambia l’iter legislativo e referendario sulla fusione dei comuni”, perché l’avete approvata, abrogando il comma 3 dell’art. 5 della legge regionale n. 15 del 2006? Ma, se Voi a una platea di polli, diceste: “noi abroghiamo questa norma giuridica, ma questa abrogazione non cambia niente”, i polli Vi crederebbero o Vi riderebbero in faccia? Ancora. Ma, se tutti e tre i Consigli comunali interessati, vi stanno manifestando, nel merito e nel metodo, la loro motivata contrarietà alla Vostra indecente proposta di fusione, Voi perché state andando avanti, non già come un treno ad alta, altissima velocità, ma come una Space Shuttle, che è il più veloce velivolo al mondo? Qual è la perfida pulsione di cotanta fretta, esagitata e farneticante? Forse l’ingordigia del potere feudatario?».
«Ancora – continua –. Voi accusate il sindaco di Cosenza di rilasciare, sull’argomento, “false dichiarazioni”. A me non sembra che le cose stiano così. Però, forse, è giusto verificare le dichiarazioni del mio sindaco. Il comma 3 dell’art. 5 della legge regionale n. 15 del 2006, così, testualmente, recitava: “L’istituzione di un nuovo Comune mediante fusione…deve essere preceduta da un referendum sulle delibere consiliari di fusione…”. Voi, questo comma, il 22 maggio, lo avete, brutalmente cancellato. E, allora, ha ragione il mio Sindaco a dire che Voi, in Calabria, siete i killer della democrazia. Perché, quella abrogazione, ha determinato, esattamente, i seguenti effetti: in materia di fusione dei Comuni, scopiazzando Benito Mussolini, avete avocato a Voi poteri pieni e assoluti; avete estromesso dal procedimento di fusione la voce dei Consigli comunali interessati; avete calpestato la volontà popolare, degradando il referendum popolare a orpello ingombrante e insignificante».
«E, allora – conclude Ciacco –, altro che dichiarazioni false. Il mio sindaco ha detto la verità, la sacrosanta verità. A Palazzo Campanella, il 22 maggio 2023, è stata consumata una orripilante barbarie legislativa, finalizzata, solo, a saziare immondi egoismi personali e famelici appetiti familistici. Alla prossima puntata Vi spiegherò non già i benefici, bensì i devastanti malefici, che l’indecente proposta di fusione, inesorabilmente, produrrà».