I dubbi di Mario Oliverio sulla strana fretta per la fusione e la pigrizia sul nuovo ospedale di Cosenza
L'ex presidente della Regione Calabria vede nella legge omnibus proposta dal centrodestra quella che definisce una scorciatoia, una forzatura verticistica che rischia di tagliare fuori dal processo la sovranità popolare
Mario Oliverio, durante la sua presidenza della Regione, ha dato il via alle fusioni più importanti che si sono registrate in Calabria, quella di Corigliano Rossano e quella di Casali del Manco. Quegli atti, però, dice che furono fatti avendo come bussola la partecipazione delle comunità. L’accorpamento infatti è passato prima dalle delibere dei consigli comunali e poi dai quesiti referendari che sono stati anche l’occasione per discutere e confrontarsi sui pro e contro dell’operazione. Per questo vede nella legge omnibus proposta dal centrodestra quella che definisce una scorciatoia, una forzatura verticistica che rischia di tagliare fuori dal processo la sovranità popolare di cui i consigli comunali sono espressione. Una forzatura che rischia di indebolire il processo.
Ma Oliverio ha anche dei sospetti rispetto alla grande fretta del centrodestra per la fusione che stride con la pigrizia relativa alla costruzione del nuovo ospedale di Cosenza. L’ex presidente aleggia il sospetto che questa fretta nel realizzare la nuova città possa essere in qualche modo essere legata alla partita del nuovo nosocomio.
Nell’intervista che ha rilasciato al nostro network ripercorre l’iter del nuovo ospedale passato da uno studio di fattibilità che indicava Vaglio Lise come sito ideale. Non solo, ma ricorda che nel Patto della Calabria erano stati stanziati 240 milioni di euro, poi approvati dal Cipe. Soldi quindi che sono nella disponibilità della Regione che, incredibilmente, non ha proceduto alla gara ma ha voluto ripartire da zero. Oliverio sventola una lettera che la Regione ha scritto all’Inail con un nuovo cronoprogramma che prevede la fine della progettazione per il 2027.
Un fatto che Oliverio definisce incredibile visto che i 240 milioni sono già nelle disponibilità della Regione e che lo studio di fattibilità poteva già essere considerato come un progetto preliminare visto che conteneva non solo il piano economico del project financing, ma anche una serie di elaborati tecnici. Paradossalmente però si è preferito ripartire da zero, forse, dice Oliverio, perché c’è la volontà politica di costruire l’ospedale in altro sito. L’ex presidente lo definisce un gioco sulla pelle delle comunità perché l’ospedale dovrebbe essere una priorità, invece si discute di fusioni. Da qui l’appello ai sindaci ma anche a tutto il centrosinistra a rivendicare il lavoro fatto per il nuovo ospedale ed incalzare la giunta regionale sulle sue responsabilità.
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