Rende, parla Ziccarelli: «Non è in ballo il Psc, ma il destino della città»
L'assessore comunale: «Sin dal giorno successivo alla vittoria della nostra coalizione e del sindaco abbiamo dovuto registrare, quotidianamente, richiami, polemiche, inviti alle dimissioni»
di Domenico Ziccarelli*
L’approvazione di uno strumento urbanistico (PSC) si trascina sempre polemiche. E’ avvenuto e, purtroppo avviene anche oggi. Nel caso specifico bisogna rilevare che la duplice vittoria del Sindaco Manna è un boccone amaro, duro da digerire. Eppure è così che la democrazia matura si rinvigorisce. Una coalizione vince, una perde; poi magari rivincono altri ed altri saranno sconfitti. Sin dal giorno successivo alla vittoria della nostra coalizione e del Sindaco abbiamo dovuto registrare, quotidianamente, richiami, polemiche, inviti alle dimissioni.
Perché Rende era considerata una zona franca, ove dovevano vincere sempre gli stessi. Ed io conosco bene quei settori, li ho frequentati ed aiutati, per tante ragioni, sia politiche che familiari. Ricordo a me stesso cosa avvenne all’atto dell’approvazione del vigente Piano Regolatore. Quante difficoltà, quante polemiche, quante ritorsioni. Quanti richiami alla fedeltà e quanti incompatibili. Per un voto fu approvato il PRG Malara-2. Un solo voto, stante l’impossibilità per molti anche solo discutere il PRG per conclamate ed evidenti incompatibilità. E quando la Regione si mise di traverso, all’epoca, vennero promosse le sommosse, reclutando politici e giornalisti per sostenere quel PRG.
Ricordo la venuta di Vittorio Sgarbi e ricordo tante cose che è meglio non riferire per un dovere di riservatezza che credo sia opportuno mantenere. E ricordo le polemiche. Amministratori che erano in realtà i grandi “costruttori” che edificavano sui suoli pregiati della città. Loro, solo loro che agli altri le briciole. Storie di ingiustizia consumata ai danni di tanti altri piccoli e grandi imprenditori del settore. Da allora sono trascorsi molti anni, tante cose sono cambiate e tante scelte non sono state rese possibili. Un’Amministrazione ha il diritto di attuare le proprie scelte.
E’ avvenuto nel contesto che ho descritto e deve e può avvenire anche oggi. Non vedo perché si dovrebbe negare il diritto di un Sindaco e di una maggioranza di attuare il proprio programma. Allarmismi, una sorta di terrorismo propagandistico. Si dice, ma il Sindaco è sospeso, la maggioranza traballa. Si, il Sindaco è sospeso e la legge chiarisce cosa avviene in questi casi. E’ accaduto ad altri, importanti ed autorevoli esponenti politici. Il Sindaco è sospeso ed ha accettato il verdetto di primo grado doverosamente. In una consiliatura difficile ed inquieta. Avrà certamente modo di chiedere il pronunciamento in appello e, nel frattempo ci sono un Vice Sindaco, un governo ed una maggioranza in grado di adempiere al proprio dovere.
L’attacco sferrato a questo Sindaco non ha precedenti nella storia. E’ accaduto ad altri, recentemente e mai, mai il Sindaco e noi abbiamo strumentalizzato le loro vicende, culminate nell’assoluzione, dopo nove anni di dolore, anzi abbiamo osservato silenzio e dette parole corrette. Garantiste. Per Manna no, per Manna deve valere una sorta di pregiudizio politico ed umano. E questo non è civile. Abbiamo osservato rigorosamente tutte le procedure. Il Consiglio Comunale è sovrano. Abbiamo fornito indicazioni e raccomandato scelte utili. Ma ciò non viene riconosciuto. Ora non è in ballo il PSC, ma il destino della Città, che ha bisogno invece di serenità, pur nella differente visione dello sviluppo e delle scelte. Noi andiamo avanti, lo dobbiamo ai cittadini che per ben due volte hanno scelto noi. Il campo giudiziario è uno, quello politico ed istituzionale è un altro. Non cospargiamo i campi con le mine perché scoppiando possono fare male, molto male. (*assessore comunale di Rende)
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