Querelle Psa della Sibaritide, Stasi: «Nell’ultimo anno integrati documenti fondamentali»
Il sindaco di Corigliano Rossano replica ai suoi colleghi di Calopezzati, Cassano e Crosia. «Si sarebbe potuto tramutato in un semplice ulteriore ostacolo burocratico»
La presa di posizione dei sindaci di Calopezzati, Cassano e Crosia non hanno lasciato il loro collega di Corigliano Rossano indifferente. Pomo della discordia, il Piano associato della Sibaritide, quell’enorme piano regolatore che disciplinerà – quando sarà adottato – lo sviluppo dei quattro Comuni. Ieri Giudiceandrea, Papasso e Russo hanno sottolineato la necessità di approvare il Psa perché la mancata adozione, di fatto, blocca i loro territori dal punto di vista infrastrutturale. Oggi replica Flavio Stasi.
«Seppur per certi versi le dichiarazioni dei colleghi sul PSA mi stupiscono – scrive il primo cittadino di Corigliano Rossano – mi offrono l’occasione di chiarire una volta per tutte le ragioni per le quali il percorso di adozione dello strumento non è ancora terminato, partendo da un presupposto: essere comuni capofila non significa portare pennacchi, bensì avere il dovere di fare in modo che lo strumento e la documentazione correlata siano completi e adeguati. Ecco perché nell’ultimo anno, per esempio, abbiamo lavorato ed incaricato gli uffici comunali ed i tecnici esterni già coinvolti nel procedimento, per integrare la documentazione relativa alle analisi idrogeologiche, ovvero l’addendum delle tavole dei vincoli sovraordinati (come PAI e PGRA). Senza questo lavoro, concluso con successo pochi mesi fa, avremmo potuto adottare nei consigli comunali il Psa che però sarebbe stato certamente bocciato in altre sedi o comunque profondamente inadeguato».
Non solo. «Abbiamo rilevato che il Regolamento Edilizio allegato al PSA non era aggiornato alle normative intervenute fin dal 2017 ad oggi. Uffici e tecnici esterni, dunque, sono stati incaricati di adeguare i regolamenti a tutte le modifiche intervenute, fino alla L.R. 25/2022 che ha modificato la Legge 19 del 2002, oltre che alle modifiche in materia urbanistica introdotte l’anno scorso dalla normativa nazionale. Anche in questo caso, se non si fosse provveduto in tal senso, il nostro strumento di pianificazione sarebbe risultato bocciato o comunque in parte inapplicabile», spiega ancora Stasi.
«In queste settimane – sottolinea ancora – si è provveduto alla realizzazione di norme per evitare che un secondo dopo l’adozione del Psa, venga imposta la cosiddetta “doppia conformità” a tutti i procedimenti futuri ed in corso. La doppia conformità è il regime transitorio, piuttosto restrittivo, durante il quale ogni progetto di nuova edificazione, per essere autorizzato, non deve rispettare soltanto quanto previsto dal nuovo strumento di pianificazione urbanistica, ma anche dai vecchi Piani Regolatori. Dalle analisi emerse dagli uffici, questo avrebbe avuto ripercussioni anche sui percorsi di edificazione diretta già avviati, ripercussioni negative che è necessario evitare. Inoltre, a partire dal mese di febbraio – giustifica ancora Stasi – l’Amministrazione ha avviato un percorso di formazione tecnico-amministrativa, curato dal team che ha lavorato al progetto di Psa della Sibaritide, per fare in modo di avere un Ufficio del Piano pronto a dare le giuste risposte ai cittadini subito dopo l’adozione. Quasi tutto questo lavoro è stato delegato, oltre che al settore Urbanistica del nostro comune, al team di progettazione esterna che ha curato la realizzazione del Psa fin dai primi passi, quindi a chi, più di tutti, ne conosce i dettagli». Ricordando come i Psa in Calabria si contino «sulle dita di una mano», Stasi conclude evidenziando che «se avessimo ceduto alle sirene o alle pressioni di una adozione frettolosa e prematura il Psa si sarebbe tramutato in un semplice ulteriore ostacolo burocratico».