Mazzuca ad Occhiuto: «Parla di aria fritta. Sanità allo sbando, dove è l’ospedale di Cosenza?»
Il presidente del consiglio di Palazzo dei Bruzi attacca il Governatore ad un anno dalla delibera comunale che indica Vaglio Lise come sito idoneo per il nuovo hub regionale
«Le parate pubbliche e i pubblici proclami della serie: “stiamo ricostruendo la sanità dalle fondamenta” sono aria fritta, se non sono accompagnati da atti e fatti, concretamente, incisivi e apprezzabili. Buttare fumo negli occhi è una pratica, terribilmente, inflazionata, che non incanta più. Su molte e cruciali questioni è, invece, doveroso declinare il dizionario della verità e della chiarezza». Così in una nota il presidente del consiglio comunale di Cosenza Giuseppe Mazzuca.
«Innanzitutto, sul nuovo ospedale della città di Cosenza, l’ambiguo silenzio non è più tollerabile – aggiunuge nel suo intervento -. Il Consiglio comunale e, specificatamente, la maggioranza del governo municipale della città di Cosenza, interpretando, compiutamente, le sue prerogative funzionali, ha licenziato la delibera, con la quale ha individuato l’ubicazione strategicamente ideale: l’area di Vaglio Lise. È trascorso, esattamente, un anno da quella delibera e, ancora, tutto, maledettamente, tace. Nessun alibi, mistificante, può essere avanzato in ordine alla copertura finanziaria dell’opera: le risorse finanziarie necessarie per l’investimento sono state, debitamente, allocate e sono, perfettamente, capienti».
«Per di più – aggiunge Mazzuca – l’INAIL ha stilato un preciso e coerente cronoprogramma, la cui prima scadenza è imminente, essendo stata prevista per il prossimo mese di settembre. E, ciò nonostante, in Regione nulla si muove. Il Governatore, con strafottente arroganza, mena il can per l’aia. È giunto il momento di una assunzione di responsabilità, che deve essere, nitidamente e pubblicamente, manifestata. Occhiuto dica con chiarezza: se ha o non ha la reale volontà di realizzare il nuovo presidio ospedaliero nella città di Cosenza. Lo dica senza equivoche timidezze».
«Ancora. Il signor Governatore, commissario della Sanità, ha contezza della qualità dei LEA in Calabria? La Calabria ha la peggiore performance nel rispetto dei Lea. Parlare di Sanità di serie B è già eufemistico. Forse, in Calabria, sarebbe più corretto parlare di sanità di serie C. Sintesi. Il quadro che emerge dai Rapporti Lea 2015 è devastante e certifica, al di là del rimpallo di responsabilità, il fallimento della gestione sanitaria calabrese. Quella della sanità diseguale è una grande ingiustizia che subiscono i calabresi».
Il presidente del consiglio comunale di Cosenza individua poi una serie di priorità «Bisogna intervenire subito sulle liste d’attesa; occorre riprogettare e rendere efficiente la rete dell’emergenza-urgenza che, com’è fatta oggi, lascia senza assistenza quasi la metà della popolazione calabrese; occorre riprogettare la rete dei servizi territoriali. Sono interventi – aggiunge Mazzuca – che hanno bisogno di capacità di programmazione e di competenza. Capacità, che, allo stato, sembrano latitare. Le risorse finanziarie nella sanità calabrese non sono mai state poche e, tuttavia, sono state, puntualmente e scelleratamente, sprecate e dilapidate. E, sul punto, non sembra che oggi ci sia una inversione di tendenza».
«Il signor Governatore, commissario della Sanità, ha letto il rapporto AGENAS? – si chiede sarcasticamente -. La Calabria ha i peggiori ospedali italiani. Addirittura, l’Ospedale dell’Annunziata è il fanalino di coda della classifica, con oltre 350 posti letto in meno. E la provincia di Cosenza registra il più alto tasso di emigrazione sanitaria verso le altre regioni. Ciò significa che, in Calabria, il diritto alla salute non è esigibile. E, nel frattempo, incredibile a dirsi e a credersi, nei cassetti della Regione Calabria, carte alla mano, marciscono milioni di euro per la riorganizzazione della rete ospedaliera, ma anche per l’edilizia sanitaria e per l’acquisto di nuove tecnologie».
«Allora, signor Governatore – conclude Giuseppe Mazzuca – basta turlupinare i cittadini calabresi. Ponga mano e subito alle questioni serie e drammatiche che attraversano, fragorosamente, la sanità calabrese».