venerdì,Marzo 29 2024

Carceri, studenti dell’Unical in visita all’istituto di pena di Laureana di Borrello

Ad accompagnare gli allievi del corso di Diritto penale il professor Mario Caterini: «Questa realtà è la dimostrazione che la detenzione orientata alla risocializzazione è possibile»

Carceri, studenti dell’Unical in visita all’istituto di pena di Laureana di Borrello

Un gruppo di studenti del corso di Diritto penale dell’Università della Calabria, nella giornata di ieri, accompagnati dal professore Mario Caterini, ha varcato i cancelli dell’Istituto di pena a custodia attenuata di Laureana di Borrello, a Reggio Calabria.

Accolti e guidati dalla direttrice del penitenziario, Caterina Arrotta, e dal comandante Giuseppe Ramondino, hanno visitato la struttura, entrando anche nei laboratori di ceramica e falegnameria, dove vengono realizzati prodotti per enti pubblici e destinati a molti istituti penitenziari d’Italia. Una sosta anche nella sala colloqui, sia interna che esterna, e, in ultimo, una passeggiata tra le tre serre di coltivazione e nel nuovo frantoio, inaugurato solo lo scorso luglio e realizzato grazie ad un finanziamento della Regione Calabria.

«La realtà di Laureana di Borrello – ha affermato il professor Caterini, direttore dell’Istituto di studi penalistici “Alimena” dell’Unical – è la dimostrazione che un carcere davvero orientato verso la risocializzazione è possibile. Le carceri in Calabria e, ancor di più, in Italia, in genere non hanno purtroppo l’aspetto e l’organizzazione di questo istituto, che segna un tasso di recidiva in uscita pari al 2% a dispetto del 70% circa che in media travolge gli altri penitenziari italiani. Allora, realtà come Laureana ci danno la prova che il fallimento o la buona riuscita del sistema penale passano attraverso le scelte politiche superiori, spesso purtroppo fondate sulla mera repressione, e attraverso le risorse economiche investite. Questo è il carcere verso cui bisogna tendere, nel rispetto della nostra Costituzione. Ritengo fondamentali queste visite per i giovani studenti, perché chi si occupa di diritto penale e di rieducazione non può non conoscere il carcere. Il vero senso della pena si può comprendere solo oltrepassando queste mura».