lunedì,Settembre 25 2023

Psc Rende, le verità del consigliere comunale Luigi Superbo

«E’ un piano che toglie ai poveri per dare ai ricchi e non viceversa come il buon Robin Hood» si legge nell'intervento

Psc Rende, le verità del consigliere comunale Luigi Superbo

di Luigi Superbo*

Il PSC nasce per salvaguardare gli interessi generali di tutti i cittadini e dovrebbe in teoria salvaguardare l’assetto urbanistico della città, specialmente se il vecchio assetto urbanistico è stato per tanto tempo fiore all’occhiello della politica rendese che ha fatto sì che Rende diventasse polo attrattivo per l’intera aria urbana e provinciale. L’adozione, nel consiglio comunale del 30 di maggio alle ore 9.00 che con un bliz del miglior stratega, in sette minuti approva, surroga, approvazione punti precedenti e votazione per invertire l’ordine del giorno dall’ottavo al primo punto, sfiora se non dimentica del tutto questi principi.

Nel nuovo PSC si parla, con vanto, di consumo suolo zero ma in effetti non è così e un consumo fittizio. In realtà è stata spostata cubatura di alcune zone che oggi, alla luce delle nuove norme sulla criticità idraulica, in gran parte nella zona industriale, si concentra  il tutto in una zona della città ad alta densità urbana, tra l’altro con destinazione a servizi, unica nella città, che di fatto stravolge e deturpa il disegno urbano e architettonico di viale Principe.

Bisogna dire che questa cubatura depraudata a semplici cittadini, in soli 7 minuti il consiglio comunale  polverizza economicamente tutti i sacrifici di una vita,  si poteva salvaguardare l’aspetto economico , consentendo il trasporto della cubatura.  E’ evidente che siamo difronte ad una mancanza di  visione della città. Oggi poteva essere l’occasione di un riscatto politico di questa amministrazione, che poco o nulla ha fatto in questi nove anni alla guida della città. Oserei dire che è un piano circoscritto, racchiuso in un recinto, un piano miope che non guarda al futuro ed al benessere umano, culturale ed economico dei cittadini, ma si concentra su una striscia di terreno dimenticando quelli che sono gli scopi di un piano strutturale. E’ un piano che toglie ai poveri per dare ai ricchi e non viceversa come il buon Robin Hood.

Mi riferisco soprattutto al valore economico del Marco Lorenzon, bene pubblico, che è stato spogliato della cubatura esistente, circa 50.000 mq per spostarli nella zona di Viale Principe già insistita da una destinazione a servizi che da una cubatura indice 1 passa a 3.5 residenziale. Tra l’altro in questa zona risulta esserci alcuni terreni comunali che sono stati dimenticati, lasciandoli ad aria verde, forse per una svista da chi ha progettato questo piano. Una riflessione su questa dobbiamo farla. Se è vero come è vero che la nostra città è da 10 anni in stato di predissesto, con le casse comunali del tutto vuote, perché non si è provveduto a valorizzare le aree di proprietà pubbliche per monetizzare? Anzi se ce n’era qualcuna, come il parco Lorenzon, è stata tolta.

C’è da dire tra l’altro che lo stadio non ha più i requisiti per stare in quel posto, basta guardare altre realtà dove gli stadi sono tutti fuori dalla città. Tra l’altro con questo processo si decreta il fallimento e la morte dei P.A.U. di Santa Chiara, che nonostante siano scaduti da oltre due anni non sono stati riprogettati e aggiustati per renderli operativi e appettibili. C’è da dire che in questa zona ci sono oltre 2.000.000 di mc. Questa amministrazione dimenticale promesse fatte in campagna elettorale a questi piccoli proprietari che da oltre un ventennio pagano imu e tributi. Quale costruttore andrebbe ad investire nei P.a.u. con tutte le sue problematiche se di fronte c’è l’opportunità di fare interventi diretti.

Immaginiamo per un attimo, percorrendo Viale Principe, come si presenta all’occhio umano l’aspetto urbanistico. Da un lato palazzoni di oltre 10 piani e dall’altro lato palazzine di tre/quattro piani. Architettonicamente parlando è una cosa brutta che fa a pugni con quello che è stata nel passato la qualità urbana di Rende. Pe non parlare di tutti i problemi che si creeranno con i sotto servizi, che non riusciranno a sopportare un carico di una certa portata.

E’ evidente che siamo difronte ad una mancanza di programmazione progettuale. Il nuovo piano non ha migliorato quelle poche cose che nel vecchio piano non hanno funzionato. Tutto “l’impegno” che si è rivolto al PSC si poteva rivolgere ai P.a.u. ed ai P.P.U., le cosiddette zone B. Anche qui si poteva fare qualcosa consentendo, la edificabilità a tutte queste aree, ancora ferme, magari incentivando gli imprenditori, con le altezze dei fabbricati. La città di Rende è come un monumento andavano fatte piccole cose. (*consigliere comunale)

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