venerdì,Marzo 21 2025

“Gipsy Village”, l’indagine sui “cavalli di ritorno” a Cosenza: chi è a processo

L’indagine era stata avviata dai carabinieri nel mese di maggio 2019, a seguito di una seria recrudescenza del fenomeno dei furti di veicoli nell’area urbana

“Gipsy Village”, l’indagine sui “cavalli di ritorno” a Cosenza: chi è a processo

Deve entrare ancora nel vivo il processo sui cosiddetti “cavalli di ritorno” a Cosenza, oggetto di un’inchiesta coordinata dalla procura di Cosenza. Nelle prime sedute processuali, la pubblica accusa ha sentito uno dei carabinieri che ha partecipato alle indagini, mentre nelle fasi successive è stato incaricato un perito per trascrivere alcune intercettazioni riguardanti la posizione di alcuni imputati.

“Gipsy Village”, chi sono gli imputati

Il processo, denominato convenzionalmente “Gipsy Village“, vede dieci persone dietro la barra degli imputati. Si tratta di Pierpaolo Tormento (difeso dall’avvocato Mario Scarpelli), Francesco Mario (difeso dagli avvocati Filippo Cinnante e Luca Le Pera), Giuseppe Morcavallo (difeso dall’avvocato Andrea Sarro), Francesco Berlingieri (difeso dall’avvocato Cristian Cristiano), Antonio Bevilacqua (difeso dall’avvocato Giuseppe Malvasi), Elio Stancati (difeso dall’avvocato Antonella Rizzuto), Armando Bevilacqua (difeso dall’avvocato Domenico Caputo), Francesco Marchese (difeso dall’avvocato Stefano Pellegrino), Domenico Caputo (difeso dall’avvocato Maurizio Nucci), Massimo Bevilacqua (difeso dall’avvocato Giuseppe Malvasi) e Francesco Bevilacqua (difeso dall’avvocato Giuseppe Malvasi).

Cosenza, operazione “Gipsy Village”: le accuse

L’indagine “Gispy Village” era stata avviata dai carabinieri della stazione di Cosenza Principale nel mese di maggio 2019, a seguito di una seria recrudescenza del fenomeno dei furti di veicoli nell’area urbana di Cosenza, molti dei quali rinvenuti pochi giorni dopo la presentazione della denuncia di furto. L’attività investigativa, fondata principalmente sull’assunzione a sommarie informazioni delle persone offese a seguito del rinvenimento dei veicoli e protrattasi successivamente con attività di intercettazione telefonica presso le cabine telefoniche pubbliche e installazioni di telecamere, ha consentito di documentare come il gruppo criminale, composto in gran parte da soggetti di etnia “rom, attraverso un collaudato modus operandi, riuscisse a contattare i proprietari delle autovetture trafugate, costringendoli alla consegna di somme di denaro per la restituzione del mezzo. La base operativa era il “Villaggio” di via degli stadi, dove venivano custoditi i mezzi trafugati. Prossima udienza nel 2024.

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