Pd Cosenza, i membri della direzione in capo a Controcorrente ricorrono sul bilancio
Pec formale inviata alla commissione provinciale di garanzia. Obiezioni sulla clausola del silenzio-assenso e sulla mancata consegna del verbale
I democrat cosentini sono addestrati perfettamente a litigare tra loro anche per un bilancio consuntivo del 2022, il cui importo è di appena 14mila euro. È più di una settimana che, una volta approvato l’esercizio finanziario, si registrano botta e risposta tra chi oggi è da considerarsi minoranza nella Federazione provinciale del Pd di Cosenza e chi invece ne ha in pugno la direzione.
Perché, senza girarci intorno, i nodi sono venuti tutti al pettine quando il segretario Vittorio Pecoraro ha comunicato le proprie determinazioni per la composizione dell’organo interno. Ne è nato un battage mediatico che investe i consiglieri regionali Iacucci e Bevacqua, la presidente Locanto che domani accoglierà in città il capogruppo al Senato Francesco Boccia e l’area di Antonio Tursi.
Ieri pomeriggio proprio i dieci membri di Controcorrente che hanno trovato posto in direzione, più il componente di tesoreria Miele che si era già espresso chiedendo maggiore trasparenza sui conti, hanno depositato un ricorso formale. A mezzo pec lo hanno inviato alla commissione provinciale di garanzia e per conoscenza anche a quella regionale e nazionale. Contestualmente si sono riservati di rivolgersi anche ad altre sedi se le risposte non dovessero essere soddisfacenti.
I ricorrenti del Pd di Cosenza contestano tutta una serie di punti, ma due sono quelli di maggiore considerazione. Il primo riguarda la clausola del silenzio assenso utilizzata da Pecoraro. Il segretario provinciale avrebbe chiesto tramite mail, senza indicare il numero degli aventi diritto al voto, di esprimere la propria preferenza. Secondo quanto sostiene Controcorrente, ha specificato nella mail che in caso di mancata risposta avrebbe applicato la clausola sopracitata.
Tuttavia, coloro che hanno votato no all’approvazione del bilancio consuntivo 2022, ritengono che questa clausola risulterebbe valida solo per la direzione nazionale e non comparirebbe in regolamenti e statuti locali.
La seconda obiezione mossa ai vertici del Pd di Cosenza riguarda la mancata consegna del verbale, da dove emergerebbero le singole posizioni in merito al voto. Controcorrente vuole sapere a quanti membri è stato applicato il criterio del silenzio-assenso, perché c’è discordanza tra le comunicazioni ufficiose fornite dalla Federazione e le indagini autonome condotte dai componenti della direzione.