Ciancio, Garofalo, Ripepi, Maestri e Presta: parla il pentito Porcaro
Il collaboratore di giustizia prosegue nella descrizione dei rapporti intrattenuti con i presunti membri della criminalità organizzata cosentina
La terza parte del racconto verte su altre figure coinvolte nell’operazione “Reset“. Un racconto, quello di Porcaro, che riparte da Giuseppe Bartucci, «da tempo vicino a Renato Piromallo», in quanto «egli attraverso il suo spazio di autodemolizione è un imprescindibile punto di riferimento per tutti gli affiliati che si rivolgono da lui non solo per prendere appuntamento con Renato Piromallo ma anche in qualità di intermediario di varie attività illecite dalle estorsioni al traffico di stupefacenti. Da Bartucci – secondo quanto dichiara Porcaro – si recano anche esponenti criminali provenienti da fuori Cosenza».
Massimo Ciancio e Porcaro
«Conosco personalmente Massimo Ciancio quale associato sebbene non sappia esattamente della sua formale affiliazione». Porcaro riferisce che lo stesso sia un «soggetto vicino a Mario Piromallo con il quale da ultimo collabora nel narcotraffico, ed è stato ancor prima molto più vicino a Di Puppo. Percepisce lo stipendio» e «nella vicenda della Cascina dell’Università di Rende, percepisce una quota parte fissa di 200 o 300 euro mensili del provento estorsivo». Mentre «conosco Giovanni Garofalo come nipote di Rosanna Garofalo ma non ho avuto particolari rapporti nell’ambito dell’associazione e non so di una sua eventuale associazione». Garofalo, dichiara Porcaro, «mi ha fatto conoscere Giuseppe Suriano, nell’estate del 2013, con un appuntamento ad Amantea. In un’altra occasione, lo stesso Garofalo mi ha proposto di conoscere» uno studente universisatorio di San Luca, «che però io già conoscevo in quanto presentatomi da Antonio Lucà (che sapevo, fino a prima del mio arresto, che gestiva un ristorante in Spagna».
Da Ripepi a Presta
Conosce «solo di vista Francesco Ripepi che so essere parente dei Bruni “bella bella“, ma non conosco attuali conoscenze relative ad un suo coinvolgimento nell’associazione». Marco Saturnino invece «è un imprenditore edile che per quanto riferito sia da» una vittima che da lui stesso al fine di recuperare un presunto credito di circa 30mila euro.
Si passa poi a Gennaro Presta, detto Gennarino, di cui Porcaro dice che sia «un elemento di vertice dell’associazione che conosco già da quando era inserito nel gruppo di Maurizio Rango». E aggiunge: «Si occupa di attività illecite sia di tipo estorsivo che di narcotraffico. Ho avuto da ultimo diretti rapporti, all’incirca nell’estate del 2018, quando è venuto a chiedermi notizie in merito a una vicenda estorsiva», in cui Presta avrebbe tentato un’estorsione ai danni di un proprietario di un call center di Rende. La persona tuttavia avrebbe fatto il nome successivamente di Ariosto Artese, altro imputato di “Reset“, accusato di concorso esterno in associazione mafiosa e contestualmente vittima di una presunta estorsione.
Maestri e Carmine Caputo
Gianluca Maestri, soprannominato “Il cecato“, «è un associato criminalmente vicino a Gennaro Presta, quindi nella compagine degli “zingari“» e inoltre «non conosco personalmente Roberto Olibano junior «ma di lui me ne aveva parlato Luigi Abbruzzese». Su Carmine Caputo spiega che si tratta di un soggetto che «si è messo sempre a mia disposizione per l’intestazione di veicoli di ogni tipo in mio favore, non volendo io risultare formalmente intestatario di tali beni per evitare attenzioni investigative ed eventuali sequestri. Non mi risulta formalmente affiliato sebbene anche in passato abbia gravitato a soggetti della criminalità in particolare con Giuseppe Esposito nel settore della security» (fine terza parte)