Rende e Luberto denunciano: «Disperazione a Cosenza dopo la perdita del Reddito»
I due consiglieri sono al fianco della moltitudine di ormai ex beneficiari che ha protestato e chiesto aiuto presso gli uffici del Welfare a via degli Stadi
«La situazione verificatasi nella giornata di venerdì, presso gli uffici del Welfare di Via degli stadi, a Cosenza, dove una moltitudine di beneficiari ha protestato e chiesto aiuto di fronte alla imminente fine del RdC, rappresenta, temiamo, solo l’inizio di una estate calda che porterà ad un vero autunno bollente dei territori svantaggiati del nostro Paese. L’interruzione del reddito di cittadinanza senza un’alternativa in continuità con quanto percepito, per soddisfare i bisogni primari come l’alimentazione e la casa, rappresenta il vero rischio dell’esplosione di una bomba sociale». Ad affermarlo sono i consiglieri del Comune di Cosenza, Bianca Rende e Francesco Luberto.
«Non è allarmismo quello a cui ricorriamo, bensì piena consapevolezza della disperazione che attanaglia le famiglie che già oggi sanno di non poter contare sull’integrazione al reddito e di non poter dare continuità ai propri impegni, ad esempio con i locatori delle abitazioni faticosamente conquistate. Ad oggi – dicono i due rappresentanti del Consiglio comunale di Cosenza – sono 2860 i percettori di reddito nella nostra città. Un numero enorme. Dopo una progressiva e già iniziata riduzione della platea dei beneficiari, al 31 dicembre 2023 la misura sarà sostituita dal reddito di inclusione, nella migliore delle ipotesi nella misura dell’80% di quanto erogato finora».
«Cosa ne sarà dei rapporti di fitto in corso in questi mesi? – si chiedono ancora – Chi resterà tra i beneficiari e chi invece dovrà appellarsi alla divina Provvidenza? Toccherà agli assistenti sociali e alla fragile rete dei servizi comunali, confrontarsi con il disagio e la disperazione di tutte queste persone che perdono l’unico reddito. Disperati davanti a poche unità di assistenti sociali e allo scarso personale dei servizi, precario, rischiano di fomentare ulteriori tensioni».
«L’improvvisazione del governo Meloni e, diremmo, la spietatezza delle sue decisioni – concludono Bianca Rende e Francesco Luberto -destano grande preoccupazione e allarme lasciando le amministrazioni locali sole e inermi rispetto a bisogni esistenziali che non si possono assolutamente lasciare inevasi. La verità è che, di fronte alla mancanza di ogni valida soluzione alternativa, si rischia di fare di tutte le erbe un fascio. E la Mafia ringrazia per l’aiuto nel reclutamento dei “picciotti”».