venerdì,Marzo 21 2025

La gestazione per altri non è un reato universale, la tortura sì

Le valutazioni “morali” non dovrebbero trovare spazio nel diritto, forse sarebbe stato il caso di concentrarsi su altre condotte

La gestazione per altri non è un reato universale, la tortura sì

La Camera dei deputati ha approvato la proposta di legge per rendere la “Gestazione per Altri” rato universale, laddove con esso, si intende una condotta così grave da poter essere perseguita anche se commessa all’estero, poiché ritenuta egualmente antigiuridica anche dalla comunità internazionale.
Si tratta, infatti, di una eccezione al principio di territorialità previsto dal diritto penale, per cui gli Stati perseguono solo quei fatti di rilevanza penale che avvengono sul proprio territorio.

È bene precisare che nel nostro ordinamento giuridico esistono già alcuni reati universali quali la pedofilia, il genocidio e in generale i crimini contro l’umanità. La ragione è presto detta: sono crimini perseguiti ovunque, poiché condotte intese quali deplorevoli dal punto di vista giuridico anche all’estero.
Nel caso della GPA, ovviamente non è così.

La Gestazione per altri è, infatti, una tecnica di procreazione medicalmente assistita, attraverso la quale una donna porta avanti la gravidanza per conto di una coppia o di un single. Nei Paesi in cui tale pratica è consentita dalla legge, dunque, la gestante non è giuridicamente considerata genitrice dei bambini nati, poiché i genitori a tutti gli effetti sono quelli così detti “intenzionali”: coloro che hanno fatto ricorso alla gravidanza per altri.

La GPA è peraltro legale in Canada, Usa, Messico, India, Australia, Israele, Cipro, Ucraina, Regno Unito (solo per i cittadini del Paese) e Grecia. È per tali ragioni che la norma per rendere la Gestazione Per Altri reato universale voluta e approvata alla Camera dalla maggioranza di destra del governo Meloni, parrebbe dunque essere oltre che inutile, sopratutto inapplicabile.

Inutile perché nel nostro Paese, la Gestazione per altri è già illegale dal 2004 con l’articolo 12 comma 6 della legge 40. Inapplicabile perché per punire un reato compiuto in un altro Paese, lo stesso dovrebbe essere considerato come reato anche da quel Paese o dalla comunità internazionale.

Al di là delle proprie e personali valutazioni “morali” che non possono e non dovrebbero trovare spazio nel diritto, forse sarebbe stato il caso di concentrarsi su altre condotte che invece meriterebbero di essere riconosciute come reato universale. Mi riferisco al reato di tortura (al quale invece si strizza l’occhio) o alla riduzione in schiavitù, ad esempio.

Non credo, infatti, sia prioritario per la sicurezza del nostro Parse perseguire coppie ( nella maggior parte dei casi eterosessuali con problemi di sterilità ) o single che ricorrono a questa pratica per diventare genitore, alla stregua di criminali che rischierebbero fino a 2 anni di reclusione e una multa fino a 1 milione di euro.

Indipendentemente dalle proprie idee e regole intese quali vincoli che agiscono sulla propria coscienza, che non è detto debbano essere necessariamente condivise da tutti ed imposte sugli altri, si dovrebbe d’altronde riflettere sull’effetto di tali azioni propagandistiche, che qualora di concretizzassero, avrebbero come risultato solo la mancanza di tutela per dei bambini incolpevoli di essere venuti al mondo.