sabato,Settembre 7 2024

Tina Colao, l’artista della seduzione e dei cinque sensi. «Creare mi salva la vita ogni giorno» | VIDEO

Nata a Crotone ma adottata da Cosenza da più di vent’anni, ha stregato tutti con “La ghirlanda del Brolo” opera che seduce i cinque sensi, esposta ad Aprigliano. Nonostante sia ipovedente il suo è un mondo di colori straripanti

Tina Colao, l’artista della seduzione e dei cinque sensi. «Creare mi salva la vita ogni giorno» | VIDEO

Agata, Tina. Artista, donna, creativa, viaggiatrice. Tutto questo tra semi di mirra e incensi, seni, pance, pennelli, paura e forza. Le opere seducono come un amante clandestino che spia da un angolo fumoso, come un bicchiere con l’impronta di un rossetto lasciato per caso, perché qualcuno lo trovi. La sua arte sa di drappi, velluti rossi, Belle epoque, treni a vapore, appunti su un taccuino con la copertina di seta orientale, calze velate, di una brace accesa e scordata, di incenso e oro, di una preghiera per assolvere o chiedere perdono o solo per essere ascoltati.

Tina Colao, autodidatta, come tutti gli artisti che il sacro fuoco non l’hanno imparato, semmai affinato un poco, il giusto per domarlo, il giusto per fargli trovare una strada che portasse fuori quello che già era stato eretto dentro. Non è facile tenere accesa una luce sulla tela, quando il buio cala per volontà di un destino indifferente al buon animo. Ai pensieri scuri non vuole dedicarsi troppo, ai suoi occhi che non le concedono la vista che vorrebbe, neanche. All’arte sì invece, e quella le salva la vita portandola lontana, su altre rive, dove c’è il sole che colora tutto, anche quello che è invisibile allo sguardo, e la notte non scende se non per il riposo. Tina è nata a Crotone ma a Cosenza vive da più di vent’anni, da un po’ espone il suo mondo al di fuori dei confini che le stanno stretti, in gallerie della Capitale. La sua ultima installazione Art-Kaya – La ghirlanda del Brolo (frutto del lavoro corale con gli Scenofighters), è stata una delle attrazioni più visitate del festival su “Duonnu Pantu”, il prete degli scandali e dalla satira raffinata, che ha reso il borgo di Aprigliano, un luogo di tanti luoghi, un angolo di cultura diffusa, erotica, eretica, saggia e trasversale.

«L’opera che ho realizzato attiva i cinque sensi: la puoi guardare allo specchio, puoi metterti in ginocchio sfregando le dita alla mirra, scrivendo un appunto, piluccando uva, guardando e guardandoti. È un’esperienza». Per Tina l’arte è vita, è salvezza, è luce proprio per lei che le luci le vede appena. La malattia che l’ha colpita agli occhi non l’ha spezzata e neanche piegata. «Creare mi salva ogni giorno, per me è tutto. Da quando ho perso la vista a un occhio e l’altro fatica, ho capito quanto era importante continuare a dipingere, immaginare, realizzare. Mi piace coinvolgere lo spettatore, pensarlo mentre tocca la materia, ne sente l’odore, gode di quello che vede. Così ci si mette a confronto, ci si specchia, ci si guarda, tutti, ci si guarda dentro anche».

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