Bucita, stipendi e sicurezza: lavoratori sul piede di guerra
I lavoratori lamentano due stipendi arretrati e situazioni lavorative «umilianti» perché
«immersi nella spazzatura»
Sembra non esserci pace nell’impianto di stoccaggio dei rifiuti di Bucita, a Corigliano Rossano. I lavoratori del cantiere sono sul piede di guerra, e non solo per le mensilità arretrate, ma anche e soprattutto per le condizioni di sicurezza. Proprio nei giorni scorsi un corto circuito ha mandato in fiamme due rulli trasportatori, bloccando per alcuni giorni il conferimento dei rifiuti, ma i problemi, però, non sembrano finire qui.
Perché a raccogliere qualche testimonianza, le maestranze opererebbero «immerse nella spazzatura», «umiliate», ed anche sottopagate. Tra mille difficoltà, con grande abnegazione ed anche grande senso di responsabilità – perché consapevoli degli eventuali problemi prodotti dal blocco dell’impianto – stanno portando avanti il cantiere diligentemente. In tutto questo, però, l’ultimo stipendio percepito è quello di luglio ed a metà settembre scadrà il secondo non corrisposto. Già troppi per i tanti lavoratori monoreddito. L’impianto coriglianorossanese è di proprietà regionale e già negli anni e nei mesi scorsi ha spesso fatto registrare disservizi, anche per questioni sindacali, oltre agli annosi problemi legati ai conferimenti, quindi ai mancati pagamenti dei comuni ad Ekrò, la società gestore dell’impianto.