Poliziotto cosentino accusato di truffa e falso, la Cassazione lo assolve
L'avvocato Gianpiero Calabrese attenderà la motivazione della sentenza di legittimità per decidere se promuovere l'azione di risarcimento danni
La seconda sezione penale della Corte di Cassazione ha messo la parola fine al processo subito da un ispettore di Polizia, originario della provincia di Cosenza, che era stato accusato ingiustamente dalla Procura della Repubblica di Parma dei reati di truffa e falso. In primo grado l’agente di polizia era stato condannato a 2 anni di reclusione (pene accessorie).
In appello l’imputato aveva nominato l’avvocato Gianpiero Calabrese, il quale davanti alla Corte d’Appello di Bologna, aveva ottenuto la parziale riforma della sentenza di primo grado. I giudici infatti avevano assolto il poliziotto dal reato di falso in atto pubblico commesso da un pubblico ufficiale, confermando nel resto la condanna.
A seguito del ricorso, la Cassazione ha definitivamente chiuso il processo annullando senza rinvio la sentenza emessa dalla Corte di Appello di Bologna. L’avvocato Gianpiero Calabrese attenderà la motivazione della Corte di Cassazione per decidere se promuovere l’azione di risarcimento danni.
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