lunedì,Dicembre 4 2023

Rende, anche i nemici si alleano per dire “no” alla città unica. Lunedì incontro per alzare le barricate

La formazione che darà vita alla kermesse è variegata e mette insieme vecchi alleati e storici oppositori politici

Rende, anche i nemici si alleano per dire “no” alla città unica. Lunedì incontro per alzare le barricate

Il nemico del mio nemico è mio amico. Seguendo il vecchio adagio lunedì pomeriggio alle 18,30 si terrà una convention delle forze politiche rendesi che si oppongono alla proposta di legge del centrodestra di fusione delle città di Cosenza, Rende e Castrolibero.

La formazione che darà vita alla kermesse è variegata e mette insieme vecchi alleati e storici oppositori politici in nome della rendesità. Hanno così dato la loro adesione Sandro Principe e Mimmo Talarico, ma anche Amerigo Castiglione e Mario Rausa. Ancora Mario Bartucci, Massimiliano De Rose, Sergio Tursi Prato e tanti altri. Insomma quasi tutto l’arco costituzionale rendese ad eccezione del gruppo “Laboratorio Civico”, espressione dell’ultima amministrazione comunale, che però ha fatto sapere, tramite l’ex assessore Lisa Sorrentino, di essere contrario a fusioni “a freddo”, imposte per legge, senza uno straccio di piano di fattibilità che metta in evidenza costi e benefici dell’operazione.

Questo tema è agitato spesso nel dibattito su questa vicenda, al punto che il centrodestra sta provando a porre rimedio attraverso una serie di audizioni lampo in commissione regionale dei vari corpi intermedi. Ha poi affidato ad un docente universitario l’elaborazione di uno studio ad hoc. La materia della fusione va infatti maneggiata con cura, soprattutto in questo periodo storico con il Comune di Rende sciolto per infiltrazioni mafiose e quello di Cosenza che fatica moltissimo a chiudere i bilanci e con un debito ancora non pienamente quantificato.
Tornando a Rende sarà interessante capire lo scopo ultimo della riunione. Secondo il timing che ha in mente il centrodestra a Rende non si dovrebbe votare più, visto che il referendum consultivo con i cittadini dovrebbe tenersi poco prima della fine dell’esperienza commissariale. Allora più che improbabili candidature, lo scopo sarà quello di mettere sù una opposizione politica al disegno del centrodestra di Occhiuto, visto che lo scioglimento dell’amministrazione comunale ha comportato fra le altre cose anche un vuoto politico.

Così vicini e così lontani

Rendesità a parte, quali sono le ragioni che impediscono di trasformare in realtà amministrativa una realtà che nei fatti già esiste? Fra i tre comuni non c’è soluzione di continuità urbanistica, mentre manca tutto il resto. Ad oggi non c’è un solo servizio in comune fra i tre Municipi. Ognuno ha la sua società di raccolta dei rifiuti, ognuno ha la sua società di riscossione, ognuno pianifica il suo territorio per conto suo (Cosenza sta andando avanti nella redazione del suo Psc, mentre su Rende tutti sanno cos’è successo sullo strumento urbanistico). Anche sui trasporti siamo all’anno zero. La classe dirigente che ha governato Cosenza e Rende in questi anni, dopo un’infinità di distinguo e polemiche, ha gettato alle ortiche il progetto della metropolitana leggera che del nuovo sistema dei trasporti doveva essere l’architrave (un po’ come sta succedendo oggi con il nuovo ospedale insomma).

La municipalizzata del comune di Cosenza, Amaco, è in grave crisi economica e la Regione non ha mai messo a gara il servizio di Tpl per il bacino Cosenza, Rende e Castrolibero. E se sui servizi in appalto si può comprendere l’ostacolo rappresentato dai contratti in essere, sul resto viene difficile capire perché i tre comuni non abbiano nemmeno pensato di unire la Polizia Municipale o il cartellone estivo degli eventi o magari l’ufficio tecnico per realizzare economie di scala.

Sullo sfondo resta il problema del perimetro di questa area urbana che nel disegno di legge del centrodestra comprende solo Cosenza, Rende e Castrolibero tagliando fuori tutta la parte a sud della città e i suoi Casali con i quali Cosenza ha sempre avuto un rapporto storico. Ma resta fuori anche Montalto Uffugo, nonostante nei piani regionali dovrebbe diventare un hub logistico fondamentale per questa parte della Calabria, con una stazione nuova di zecca delle ferrovie, lo svincolo autostradale e una nuova bretella veloce che dalla nuova stazione porta direttamente all’università.
Vedremo se queste considerazioni verranno sviscerate durante l’incontro perché agitare solo la bandiera della rendesità sembra piuttosto una battaglia di retroguardia in una realtà dove i cittadini abitano a Castrolibero, portano i figli a scuola a Cosenza e lavorano a Rende, attraversando più volte al giorno tre comuni senza nemmeno rendersene conto.

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