Cosenza-Cremonese, memorie di una Serie A sfumata per due volte
Negli anni di Giorgi e Silipo, determinanti in negativo furono le sconfitte con i grigiorossi giunte al termine di partite letteralmente stregate per i Lupi
Cinque vittorie per il Cosenza e quattro per la Cremonese. Le statistiche degli incontri disputati al San Vito arridono ai rossoblù, seppur di misura. Precedenti che non rimandano propriamente a una “classica”, ma che hanno comunque lasciato un segno nella memoria dei tifosi di ambedue le squadre. Per ben due volte, infatti, l’esito di Cosenza-Cremonese è stato in qualche modo decisivo per consentire ai grigiorossi di centrare la promozione in serie A proprio a scapito dei Lupi.
Il primo risale alla stagione 1988/89, la prima del Cosenza in serie B dopo cinque lustri nelle categorie minori. Alla terza giornata di campionato, l’allora matricola rossoblù ha ancora un solo punto in classifica, frutto del pareggio a reti bianchi all’esordio contro il Genoa e della sconfitta per 2 a 0 rimediata a Brescia. Si attende, dunque, il primo sussulto casalingo, ma per quello bisognerà attendere ancora un po’. La corazzata Cremonese, infatti, presenta in attacco un certo Alviero Chiorri, ex Sampdoria e Bologna, uno dei più grandi talenti inespressi del calcio italiano.
Proprio lui la sblocca su calcio di punizione dopo una mezz’ora di gioco e da quel momento il risultato non cambia più. Il Cosenza disputa una buona partita, ma un paio di occasioni clamorose mancate da Michele Padovano gli impediscono di raggiungere il pareggio. Il punto mancato quel 25 settembre del 1988 avrebbe fatto comodo nove mesi più tardi, quando al termine di una superba cavalcata, i rossoblù guidati da Bruno Giorgi accarezzeranno il sogno promozione sfumato all’ultima giornata a causa della classifica avulsa che li vede soccombenti proprio a vantaggio della Cremonese.
L’incubo si ripete cinque anni dopo, nella stagione 1992/93 sempre in serie B. A sei giornate dalla fine, la squadra silana allora guidata da Fausto Silipo è in piena lotta promozione dopo aver disputato un campionato esaltante che l’ha vista dettare legge in tutti gli stadi d’Italia. Dei sei incontri restanti, ricchi di scontri diretti, quattro sono in programma tra le mure amiche. Il primo della serie va di scena proprio contro i grigiorossi. Doveva essere una consacrazione e invece si rivelerà uno psicodramma calcistico. I rossoblù vanno sotto dopo pochi minuti a causa di una sfortunata autorete di Ciccio Marino e il resto della partita è un vero e proprio tiro al bersaglio che si infrange contro un portiere ospite, Luigi Turci, più tentacolare che mai. La partita coincide anche con il dies horribilis di un ancora acerbo Marco Negri.
Almeno quattro le occasioni da gol nitidissime che il centravanti si divora sotto porta, una giornata storta paragonabile a quella vissuta anni prima da Marco Pacione, indimenticato protagonista in negativo di un Juventus-Barcellona di Coppa dei campioni. La differenza è che l’attaccante bianconero non si riprenderà mai più del tutto dopo quell’incontro per lui nefasto; per Negri, invece, di lì a poco avrà inizio una carriera da autentico bomber. Il 9 maggio del 1993, però, le speranze del Cosenza vanno in fumo, quelle della Cremonese diventano realtà. Lo shock per quella sconfitta si riverbererà sui match successivi e tra pareggi e sconfitte, la squadra di Silipo, chiuderà solo al settimo posto in classifica. Storie di un tempo ormai lontano, brutti ricordi che non si cancellano, semmai si esorcizzano. Magari a partire da domani.