Città unica, da Rende parlano di follia istituzionale. La posizione di Aceto (Forza Italia)
Sedici associazioni, ex amministratori e il coordinatore cittadino degli azzurri si sono incontrati per discutere del progetto di fusione regionale: «Non è campanilismo»
Sono sedici le associazioni che lunedì scorso hanno partecipato ad un’assemblea pubblica a Rende per coalizzare le forze e dire no alla proposta di legge regionale sulla fusione con Cosenza e Castrolibero. Si tratta di RendeSì, Rende l’Idea, Missione Rende, La Primavera di Rende, Rende per Rende, Innova Rende, Attiva Rende, Federazione Riformista di Rende, Laboratorio politico “Carlo Rosselli”, Rende Cambia Rende, Partito Socialista di Rende, IdM Rende, Movimento Civico Rende, Aria Nuova – Rende Centro storico, Associazione La Fenice – Centro Storico, Rappresentanza cittadina di Santo Stefano.
La presenza di Eugenio Aceto di Forza Italia
In più erano presenti degli ex amministratori comunali quali Giuseppe Infusino e Pietro Paolo Ruffolo e il commissario cittadino di Forza Italia, Eugenio Aceto. Proprio la sua presenza ha assunto una valenza particolare, in quanto il suo partito è in prima fila alla Regione per portare tra qualche settimana in aula il testo e stabilire la data del referendum. «Ho partecipato alla riunione svoltasi a Rende in quanto apprezzo la democraticità del metodo che stanno utilizzando le associazioni, aprendosi al confronto con tutte le forze politiche presenti sul territorio» ha spiegato.
«Ribadendo la mia posizione favorevole alla città unica – ha poi evidenziato – per come più volte pubblicamente specificato, credo che le associazioni stiano tracciando il giusto percorso ed i tempi necessari per procedere alla fusione, nel massimo rispetto dei cittadini che ne dovranno trarre i benefici. Sono fiducioso, conoscendo l’elevato spessore dei componenti della commissione Regionale, che terranno in considerazione i suggerimenti contenuti nel documento».
Il documento prodotto dall’assemblea
Il documento a cui fa riferimento Eguenio Aceto è stato diffuso ieri sera dalla Federazione Riformista che sta cercando di serrare le fila e mettere in evidenza la figura del leader Sandro Principe. La nota, a firma di tutti i partecipanti ravvisa «la necessità di organizzare un’assemblea pubblica, da tenersi entro la metà di ottobre, con la finalità di rendere consapevoli e protagonisti i cittadini su un tema che, inevitabilmente, andrebbe a stravolgere la vita delle comunità di Rende, Cosenza e Castrolibero».
Gli scriventi, precisando che non si tratta né di una posizione campanilistica né, tantomeno, pregiudiziale hanno sottolineato le criticità che a loro avviso presenta la proposta di legge regionale. Anzi, vanno giù pesanti dicendo che «tale proposta, infatti, per come è stata concepita, sarebbe una follia che, certamente, arrecherebbe seri danni alle comunità interessate».
«E’ impraticabile – dicono – innanzitutto per ragioni finanziarie, essendo il Comune di Cosenza in dissesto per centinaia di milioni di euro. Inoltre, non è stato predisposto uno studio di fattibilità né prevista la sperimentazione, per almeno un triennio, dell’Unione dei Comuni, da istituire anche con la partecipazione del Comune di Montalto Uffugo. La verifica dello studio di fattibilità e l’Istituzione dell’Unione dei Comuni dovranno essere, poi, deliberati dal prossimo consiglio comunale di Rende, democraticamente eletto, poiché è impensabile che la fase costituente della Città Unica venga licenziata da una gestione commissariale».
La questione referendum
Le associazioni parlano anche del referendum («dovrà essere deliberativo in ogni singolo comune e valido se parteciperà al voto il 50%+1 degli aventi diritto) e di un documento relativo a tutte le questioni inerenti la Città Unica. «Inoltre – aggiungono – dovrà individuare un organismo rappresentativo a cui sarà affidato il compito di illustrare le ragioni della comunità rendese nel confronto con gli altri Comuni interessati, con la Regione Calabria, con l’Università della Calabria, con i rappresentanti istituzionali e con le forze politiche e sociali».