lunedì,Dicembre 2 2024

Italia Viva, Carricato si dimette da coordinatrice e lascia il partito

A Cosenza scossone a due settimane dal Congresso, l'ormai ex coordinatrice cittadina apre la fronda verso la governance regionale e provinciale: «Nessuno spazio per i giovani, il mio riferimento è Elena Bonetti»

Italia Viva, Carricato si dimette da coordinatrice e lascia il partito

La coordinatrice cittadina di Italia Viva a Cosenza, Giuseppina Carricato, ha rassegnato in giornata le proprie dimissioni dal ruolo che ricopriva. Ha deciso inoltre di abbandonare anche la galassia renziana in aperto contrasto con la gestione targata Ernesto Magorno. Il tutto a poco più di due settimane dal congresso nazionale e da quello regionale che dovrebbe tenersi proprio all’ombra della Sila e che indicherà i nuovi segretari. 

«Il mio punto di riferimento è Elena Bonetti – ha spiegato -. Il mio interesse e la mia passione per la politica trovano fondamento nell’idea di garantismo e nella visione riformista portata avanti con determinazione da lei». Di recente l’ex ministra ha effettuato un passo di lato rispetto ad IV, svelando l’idea di voler costruire non un campo largo, ma un soggetto politico che promuova il dialogo con le altre opposizioni e con le forze di governo. Alcuni rumor parlano di un suo passaggio imminenti in Azione, cosa che Carricato non ha invece specificato. 

Anzi, riferendosi ai valori espressi da Bonetti a livello nazionale, ha detto che la animeranno «anche al di fuori del partito, nella speranza che la cifra, in termini di valore aggiunto, di tanti giovani non resti confinata nell’ingiusto ruolo di inermi spettatori, ma riesca a tradursi in quello di attori protagonisti». Il nocciolo del discorso è proprio questo: a suo dire un partito che, dopo la sconfitta elettorale del 2022 in Calabria, «non ha conosciuto alcuna fase di dialogo e condivisione né di rinnovamento, assumendo sempre più i connotati di un “comitato elettorale” anziché di un partito».

«Il progetto riformista del Terzo Polo era serio e credibile – ha aggiunto Carricato -. La mia scelta, sofferta e a lungo ponderata, è maturata, infatti, in seguito a una serie di amare constatazioni. Prima tra tutte, il fatto che l’imminente fase congressuale non ha suscitato, com’era auspicabile e anzi necessario, un effettivo dibattito interno che desse il senso e il segno, tangibile e concreto, dell’attuazione di un metodo finalmente democratico, ma ha contingentato ulteriormente gli spazi di agibilità politica».

Il riferimento è alla nomina di un ulteriore coordinatore dell’area urbana di Cosenza, indicato dallo stesso Magorno, quando ne esistevano già tre sul territorio. Se nel capoluogo, fino ad oggi ed almeno su carta, operavano Francesco Tarantino e Giuseppina Carricato, su Rende c’era l’ex assessore comunale Domenico Ziccarelli. L’indicazione di Antonio De Masi, arrivata dai vertici del partito regionale, evidentemente non è stata digerita. «L’obiettivo di tale “metodo” è apparso unicamente – ha confermato tra le righe Carricato – quello di delegittimare incarichi già in essere, che sarebbe stato corretto rivedere e ridiscutere nell’unica sede a ciò deputata, quella dei Congressi ormai alle porte».

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«All’approccio ostruzionistico che sin dal principio ho dovuto subire nell’esercizio del mio ruolo di coordinatrice – ha spiegato l’avvocato penalista – sono seguite, nell’ultimo periodo, dunque in piena fase precongressuale, “nomine vuote”, prive di reale contenuto e significato, sganciate da contesti territoriali di riferimento e, quel che è peggio, in assenza di previa discussione e concertazione con la base e perfino con parte del Gruppo dirigente, cui credevo di appartenere».

Carricato quindi ha tracciato la linea che seguirà. Da un lato ha parlato di «costruire un soggetto politico che si richiami ai valori riformisti significa, prima di tutto, dare riconoscimento al merito e non alla fedeltà o all’obbedienza, acritica e passiva, a questo o quel “capo di turno”». Dall’altro, infine, rimarcando la disaffezione dei giovani verso la politica, ha affermato «la presenza, in Calabria, di una classe dirigente vivace e preparata, al cui interno spicca una componente giovane, fervida e pulita, nelle idee come nei valori, che intende rimboccarsi le maniche per creare spazi di discussione e ascolto e che, invece, è stata costantemente mortificata nei suoi bisogni e nelle sue legittime aspirazioni».

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